Da Giuseppe Scianò e Corrado Mirto
riceviamo e volentieri pubblichiamo
Nel solco di una tradizione mai interrotta, domenica 17 giugno 2012, alle ore 17, presso il CIPPU dedicato ai Caduti dellEVIS il Fronte nazionale siciliano commemorerà i Caduti dellEVIS ed il tragico periodo storico degli anni che vanno dal 1943 al 1946. In particolare, saranno ricordate le figure ed il ruolo di Antonio CANEPA, docente dellUniversità di Catania, che con lo pseudonimo di MARIO TURRI fu il primo Comandante dellEVIS (Esercito Volontario per lIndipendenza della Sicilia); Carmelo ROSANO, studente universitario laureando in Economia e Commercio, Vice Comandante dellEVIS; Giuseppe LO GIUDICE, giovanissimo volontario e studente ginnasiale.
Saranno anche ricordati i militari dellEVIS Francesco ILARDI e Raffaele DI LIBERTO, morti in circostanze e luoghi diversi ma nello stesso contesto storico e politico, nel corso della lotta popolare per lIndipendenza ed il riscatto della Sicilia.
Saranno ricordati altri protagonisti della lotta indipendentista, conosciuti e non, che sopravvissero alle vicende guerrigliere di quel periodo e che continuarono a lottare con metodi pacifici per la Causa Siciliana, anche a costo di enormi sacrifici personali ed economici (Andrea Finocchiaro Aprile, Concetto Gallo, Attilio Castrogiovanni e tanti altri che è impossibile ricordare in questa sede).
La commemorazione di questanno ha un significato particolare, intanto per i tentativi e le CONGIURE in corso per manomettere e per cancellare la MEMORIA STORICA, la IDENTITÀ, anche dai punti di vista istituzionale, giuridico e geografico della Sicilia. Nonché per assassinare la stessa Sicilia. ed il suo ruolo di soggetto forte in Europa nel Mediterraneo e nel mondo.
Un ruolo rispettabile, nonostante sostanzialmente la Sicilia sia oggi colonia di fatto (interna allo Stato italiano) asservita agli interessi EGEMONI del Settentrione dItalia. Un ruolo che però la Sicilia potrebbe perdere di colpo se dovessero riuscire gli IGNOBILI tentativi di smembrare il territorio siciliano in due o tre REGIONICCHIE. Pericolo, questo, reale ed incombente. Si pensi, infatti, ad esempio alle grandi manovre in corso per istituire la REGIONICCHIA CALABRO-SICULA dello Stretto che prevede lo smembramento della Città e della Provincia di Messina dalla Sicilia per farneuna UNICA REGIONE MOSTRO (oltre che una CITTÀ MOSTRO) attraverso lACCORPAMENTO alla Città e alla Provincia di Reggio Calabria.
Insomma: la nobile, antica e gloriosa MESSINA deve scomparire così come deve scomparire tutta la SICILIA.
A RANDAZZO, dal Cippu di Murazzu Ruttu i VERI SICILIANI, in particolare i veri MESSINESI ribadiranno il loro NO a tanto scempio Lo stesso sdegno i VERI SICILIANI mostreranno per il NO al PONTE sullo STRETTO (che rientra fra laltro nella logica di legittimare la Regionicchia dello Stretto). Ed il mutamento anche giografico della Sicilia che da ISOLA diventerebbe PENISOLA e sottosuola dello STIVALE, arpionata dal PONTE-IMBUTO. Senza alcun referendum sulla volontà dei Popoli più direttamente interessati. E cioè dal Popolo siciliano e dal Popolo Calabrese.
Non parliamo, poi, dello STATUTO SPECIALE di AUTONOMIA, emanato il 15 maggio del 1946, mai applicato in questi 66 anni, nonostante fosse scaturito da un PACTUM contratto fra i rappresentanti del Popolo Siciliano in armi ed il Governo italiano dellepoca.
Abbiamo così un PACTUM violato, unAutonomia Speciale vanificata ad uno Statuto calpestato unitamente ai Diritti Costituzionali del Popolo Siciliano. Una vera, oltraggiosa, PRESA in giro per CANEPA e per gli altri Martiri che avevano sacrificato la loro stessa esistenza non già per lAutonomia Regionale quanto piuttosto per lIndipendenza e la libertà della Sicilia.
Ed ovviamente una PRESA in GIRO anche e soprattutto per quei Siciliani in buona fede, che avevano finito con laccettare il COMPROMESSO dellAutonomia per porre fine allo spargimento di sangue. Avevamo, tuttavia, posto la condizione IRRIUNINCIABILE che lo Statuto Siciliano avesse quellimpostazione federalista che ne potesse salvaguardare nel tempo il ruolo di QUASI-STATO. Certamente quello di accettare il compromesso fu un errore imperdonabile, considerato lantico contenzioso che già esisteva fra lo Stato Italiano ed il Popolo Siciliano fin dal 1860. E considerate le continue VIOLAZIONI dei Diritti Umani consumati in Sicilia dai vari governi italiani, sempre dal 1860 in poi.
Insomma: a Randazzo il Fronte nazionale siciliano ribadirà che non si può violare quello STATUTO che- come ebbe a scrivere Attilio CASTROGIOVANNI – era stato scritto, “articolo per articolo, con il sangue del Popolo Siciliano”. E che non è consentito ad alcuno (neppure a quanti si qualificano SICILIANISTI) contrabbandarne la SPECIALITÀ, né concedere AMNISTIA per le violazioni del PACTUM e per le MANIPOLAZIONI o STRUMENTALIZZAZIONI dello Statuto.
Tutti a Murazzu Ruttu, dunque, il 17 giugno del 2012. Per onorare i Martiri dellEVIS e per rispettarne la volontà. Come? Aprendo, intanto, una nuova pagina della Storia Siciliana del Terzo MILLENNIO e rivendicando il diritto al futuro e il diritto per il Popolo Siciliano, per la Nazione Siciliana, di riabbracciare gli altri Popoli del Mondo!
Antudu!
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