«Sono stati per noi, familiari di Felicia e Peppino Impastato e attivisti di Casa Memoria, giorni di grande amarezza, lenita soltanto dalla solidarietà che ci è stata rivolta da centinaia di persone, realtà, associazioni di tutta Italia». Una lettera aperta dell’associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato torna sulle polemiche scaturite dalla vicenda sulla denominazione del liceo di Partinico, in provincia di Palermo. Con oltre il 73 per cento degli studenti che avevano votato contro ritenendo «divisivo» il personaggio il giornalista militante di Democrazia proletaria ucciso dalla mafia nel maggio del 1978 per le sue battaglie contro i clan e per i racconti in chiave ironica che ne faceva durante il suo programma radiofonico.
«Chiediamo che si agisca in nome della democrazia, secondo il regolare iter del consiglio d’Istituto – scrivono gli attivisti – intitolando in tempi rapidi la scuola a Felicia Peppino Impastato. Ci sentiamo solidali ai consigli d’Istituto che hanno agito con coraggio in un clima difficile – aggiungono – diffamati e accusati di essere non democratici, quando invece l’iter seguito è stato regolare e democratico: iniziato con delle consultazioni, poi con una discussione tra i vari rappresentanti, si è concluso con un voto (nel primo caso all’unanimità, nel secondo a maggioranza) a favore del cambio di denominazione della scuola, da Santi Savarino a Felicia e Peppino Impastato».
Nei giorni scorsi, si è fatto riferimento a un referendum degli studenti del liceo. «Questo sì privo di regolarità – sostengono dall’associazione – con un voto non segreto fatto per alzata di mano, in un clima di tensione che sicuramente non ha favorito nei ragazzi né serenità, né consapevolezza. Un referendum, che se pur fosse stato realizzato secondo le giuste norme, sarebbe stato privo di potere decisionale, perché la democrazia si fa seguendo regole che ne garantiscono il corretto svolgimento, non a furor di popolo, così insegna la nostra Costituzione», sottolineano a Casa Memoria.
«Riteniamo gravi le posizioni prese dall’amministrazione comunale di Partinico, guidata dal sindaco Pietro Rao che già lo scorso anno voleva presentare una mozione per negare l’intitolazione a Felicia e Peppino. Un’ingerenza inaccettabile – lamentano dall’associazione – perché la politica che amministra un Comune può esprimere un parere, ma non ha alcun potere decisionale sulle scelte di una scuola». Dopo molte critiche anche a livello nazionale, l’amministrazione fece un passo indietro accettando l’intitolazione dell’istituto scolastico a Felicia e Peppino.
Adesso le responsabilità di un eventuale diniego al cambio di intitolazione sono state concentrate tutte sugli studenti, partendo da questo anomalo referendum. «Gli studenti sono stati fatti passare per chi preferisce un personaggio come Savarino, vicino alla mafia e al fascismo – dicono – piuttosto che due simboli della lotta alla mafia. Hanno usato, o forse sono stati indotti a usare, parole che hanno amareggiato tutti». Il proposito degli attivisti di Casa Memoria è quello di dialogare con questi studenti: «Non crediamo siano contro Peppino Impastato o che inneggino la mafia. La divisione l’ha creata una politica becera che si è voluta impuntare nel non accogliere il nome di Peppino e di sua madre nella scuola da lui frequentata, preferendogli un personaggio che oltre a essere firmatario delle leggi razziali è stato vicino al boss mafioso Franck Coppola».
Dietro il rifiuto dei giovani, per gli attivisti, dunque, ci sarebbe la politica «che non può accettare che l’azione antimafiosa di Peppino Impastato abbia una forte connotazione ideale. Pensiamo che chi vuole negare le sue scelte politiche, voglia annacquare la storia di un intero Paese. Vogliono alimentare un qualunquismo e un revisionismo storico tanto di moda di questi tempi, quello che cancella la memoria e nega la verità. Peppino – continuano – scelse da quale parte stare: quella dei più deboli, degli sfruttati, contro il potere e la politica corrotta. Se questo è divisivo, noi lo rivendichiamo. Allo stesso tempo, sappiamo che la scelta coraggiosa di Peppino, di sapere rompere con la mafia, a partire da una rottura perpetrata all’interno della propria famiglia mafiosa, ha unito tanti mondi diversi che si sono riconosciuti nel suo impegno contro la mafia e nei suoi valori: la difesa della democrazia e della libertà. Alla scelta di Peppino si aggiunge quella di Felicia, da tutti riconosciuta come donna di democrazia, di giustizia e partigiana della lotta alla mafia».
«Purtroppo – criticano da Casa memoria – questa amministrazione ha fatto fare una brutta figura al suo paese, ne ha addirittura fatto una questione di campanilismo tra Cinisi e Partinico, continuando a esprimersi in favore di Savarino, sminuendone i fattori che lo rendono inquietante (la contiguità al fascismo e alla mafia), e subito dopo facendo passi indietro cercando di confondere le acque con altre possibili intitolazioni (strumentalizzando a proprio favore altri esponenti dell’antimafia di tutto rispetto), non trovando fino in fondo il coraggio di esprimere apertamente la sua ostilità nei confronti di Peppino Impastato, antifascista e antimafioso. Speriamo – concludono – venga accolto il nostro appello a ripristinare la democrazia e onorare due persone che hanno dedicato la loro intera vita alla lotta alla mafia».
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