L’ufficialità arriverà soltanto domani, quando si riunirà la direzione nazionale del Partito Democratico. Come per la Lega, infatti, anche in casa dem si discute sui nomi dei papabili in lista per le Europee, fermo restando che l’ultima parola arriverà da Roma. Ed è evidente come i primi segnali vadano tutti verso una forte impronta che il neo segretario nazionale, Nicola Zingaretti, vuole dare in tutti i collegi.
Così ecco che, come noto negli scorsi giorni, sarà l’uscente Caterina Chinnici a guidare la lista nel collegio Isole, seguita dal medico icona dell’accoglienza ai migranti di Lampedusa, Pietro Bartolo, in rappresentanza del neonato partito Demos. Spazio in lista anche per l’altra inquilina del Parlamento di Bruxelles, Michela Giuffrida, che conterà sul sostegno di una parte consistente dei sostenitori di Zingaretti nell’Isola, mentre è stata definita anche l’altra donna candidata in Sicilia, la manager Virginia Puzzolo, espressione del movimento dell’ex Ministro per lo Sviluppo Economico, Carlo Calenda.
Così, tolti i due nomi che saranno indicati dai dem in Sardegna (sempre più verosimile il diniego di Massimo Zedda), restano ancora due quote celesti da indicare nell’Isola. L’una espressione del gruppo dirigente che ha trionfato alle primarie, guidato da Giuseppe Lupo, Antonello Cracolici e Teresa Piccione, l’altro espressione dell’attuale segreteria regionale del partito, trainata da Davide Faraone, ma anche da Antonio Rubino e Luca Sammartino.
Non è ancora tramontata l’ipotesi di una candidatura per Valeria Sudano, che ha dato la sua disponibilità al partito. Mentre fa discutere la scelta di rinunciare alla candidatura da parte di Giuseppe Antoci, già presidente del Parco dei Nebrodi e attualmente sotto scorta. Antoci ha motivato il ritiro della sua disponibilità dicendosi preoccupato per la sua sicurezza oltre i confini nazionali. Un tema che ha sollevato un vespaio di commenti, rigorosamente sottovoce, considerati i precedenti nel recente passato. Ad essere stati eletti al Parlamento Europeo nonostante la scorta, o in alcuni casi la tutela, sono stati – ad esempio – l’ex presidente della Regione, Rosario Crocetta, ma anche l’attuale presidente della commissione antimafia all’Ars, Claudio Fava, nonché la mai abbastanza compianta Rita Borsellino.
È proprio alla luce dei precedenti, che non hanno mai messo in pericolo la sicurezza dei diretti interessati, che nelle retrovie serpeggia insistente la voce che da Roma non avrebbero ceduto alla possibilità di candidare Antoci, espressione dell’area Emiliano del partito, il cui riferimento in Sicilia è Giuseppe Lumia, anche in altri collegi. Come, ad esempio, avverrà con Bartolo. Segnali. Di una stagione che Zingaretti considera conclusa e rispetto alla quale non vuole lasciare margini all’interpretazione.
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