Pd: iI retroscena della nomina di Angelo Villari a Catania Concetta Raia da cuperliana a Giovane turca azzoppata

I cuperliani siciliani, tra qualche giorno, verranno fuori con un documento ufficiale per affermare a chiare lettere che loro, con il governo di Rosario Crocetta, c’entrano poco o nulla. In effetti, la cosa andrebbe chiarita meglio, perché nel Pd siciliano – soprattutto lungo l’asse Palermo-Catania – di cuperliani ce ne sono di due tipi: quelli con la schiena dritta e quelli seduti. I primi sono rimasti fuori dal governo dell’Isola. I secondi, invece, si sono seduti al tavolo della giunta Crocetta. E qualcuno di questi ultimi, rimasto fuori dalla spartizione regionale per questioni di forza maggiore, è stato accontentato con uno strapuntino dal sindaco della città etnea, Enzo Bianco, chiamato a sedare la bagarre poltronizia con la nomina di Angelo Villari all’assessorato comunale alle Attività sociali. Ma andiamo con ordine. 

Prima del varo del terzo governo Crocetta i cuperliani siciliani erano un bel gruppo. E dopo un anno di appoggio poco convinto alla giunta erano passati quasi tutti all’opposizione. Il più scatenato era Antonello Cracolici. Ma nemmeno i catanesi scherzavano. Sembrava un dibattito politico: un’ala del Pd siciliano che contestava le scelte del presidente della Regione e dei suoi assessori. Una cosa maledettamente seria. Per alcuni dirigenti di questo partito, in verità, era ed è ancora così. Non per Cracolici e per la parlamentare regionale catanese Concetta Raia, che attaccavano il governo per un altro motivo: per entrare in giunta. Insomma, questione di poltrone.

Di Cracolici si sapeva. Sbarellato da capogruppo del Pd a Sala d’Ercole – ruolo che ha ricoperto nella scorsa legislatura – sognava, nell’attuale legislatura, di andare a ricoprire il ruolo di presidente dell’Ars. Ma Giovanni Ardizzone è stato più lesto di lui. Poi l’Antonello del Pd pensava di andare a fare l’assessore. Ma Crocetta e il senatore Giuseppe Lumia gli hanno sbarrato la strada. Ha provato anche ad acciuffare la candidatura al Parlamento europeo. Ma Roma ha detto no. 

Cracolici, però, è tosto. Non è un tipo che si arrende tanto facilmente. Così ha cominciato a mettere sulla graticola il secondo governo Crocetta. Quando l’esecutivo è stato messo alle strette, ha piazzato il suo colpo. Oggi può contare su un assessore regionale, più una quota di un’altra poltrona di governo. L’assessore è Cleo Li Calzi, con delega al turismo. Poi ha una quota che fa capo all’assessorato al Lavoro dove siede il professore Bruno Caruso. Assessorato pesante che – con tutto il rispetto per il professore Caruso, uomo di qualità – viene vissuto dai cuperliani seduti come una sorta di enfiteusi tra area occidentale e area orientale dell’Isola con sopra il manto della Cgil catanese.

Già, la Cgil etnea. Una federazione molto organizzata nel territorio. L’unica in Sicilia in grado di eleggere un deputato regionale. Forte del suo legame con questa organizzazione sindacale, la parlamentare Concetta Raia pensava di chiudere l’operazione rimpasto piazzando nel governo Angelo Villari. Ci ha provato. Con un giro molto largo che era quasi riuscito. Un giro che fa tappa a Roma. 

Eh sì, perché lo sfaldamento dell’area Cuperlo inizia nella Capitale. Per propagarsi in periferia. E’ noto che Gianni Cuperlo, dopo l’elezione di Matteo Renzi a segretario nazionale del Pd, è stato designato alla presidenza dell’assemblea nazionale del Partito democratico. Ma siccome Cuperlo non condivide la svolta politica e di governo di Renzi, coerentemente si è dimesso. 

Al suo posto è arrivato Matteo Orfini, leader dei Giovani turchi del Pd. Formalmente, questa corrente, dovrebbe stare all’opposizione. E nei salotti Orfini e i suoi seguaci si presentano come esponenti della sinistra. Poi, però, in Parlamento, o di diritto o rovescio, appoggiano Renzi e le sue riforme. Insomma, è il solito modo per ondeggiare un po’ di qua e un po’ di là. Spirito di adattamento italiano. 

Concetta Raia, Mariella Maggio e Giovanni Panepinto – tutti e tre parlamentari di Sala d’Ercole – si sono gettati tra i Giovani turchi: mossa che gli ha dato il lasciapassare per prendere le distanze dal governo Crocetta nei territori e, contemporaneamente, per fare parte dello stesso governo a Palermo. Spirito di adattamento italiano in salsa siciliana. 

Con questa manovra – unitamente alla forza della Cgil catanese – Raia avrebbe voluto piazzare Villari in Giunta. Ma è stata stoppata. Da chi? Un po’ dal governatore Crocetta, un po’ dagli altri cuperliani seduti. Così la scelta è caduta sul professore Caruso, personaggio di livello, in grado di mettere d’accordo tutti i cuperliani seduti, dai catanesi ai palermitani di Antonello Cracolici. E siccome il professore Caruso è anche un noto avvocato al quale fa riferimento Mirello Crisafulli (leader del Pd di Enna e dintorni, cuperliano, ma non seduto), con questa mossa hanno anche provato a rabbonire i cuperliani con la schiena dritta. 

Ci sono riusciti? A questa domanda non siamo in grado di rispondere. E qui torniamo all’indiscrezione iniziale: e cioè al documento ufficiale con il quale i cuperliani siciliani con la schiena dritta dovrebbero prendere le distanze dal governo Crocetta. Non solo sull’asse Palermo-Catania, ma in tutta la Sicilia. Sarà vero?

Per ora l’unico dato certo è che l’operazione Caruso, come già accennato, ha in parte sacrificato Concetta Raia. Che ha chiesto qualcosa per Angelo Villari, un po’ strapazzato, in verità, in tutta questa storia. Così sarebbero andati da Enzo Bianco e gli avrebbero detto: «Per favore, pensaci tu». Così è nato l’assessorato ai Servizi sociali per Villari. Che, alla fine, più che una nomina gratificante è una rogna, con i fondi della legge nazionale 328 (quella sui servizi sociali) ridotti di due terzi e con lo scippo dei fondi Pac ad opera del governo Renzi. Insomma, Villari non sembra molto fortunato.  

Giulio Ambrosetti

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