Pd di Palermo, primarie da operetta

Dunque, riassumiamo. Nella prossima primavera Palermo dovrà eleggere il nuovo sindaco e il nuovo consiglio comunale. Per il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, e per i due esponenti del Pd – Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia – che hanno imposto al proprio partito, complice Roma, la partecipazione al governo della Regione, il capoluogo dell’Isola è un tassello importante. Già sono riusciti, con imbrogli e sotterfuggi, a mandare all’aria il referendum regionale del Pd che, con una probabile maggioranza del 90 e passa per cento, avrebbe detto “no” alla partecipazione dello stesso Pd al governo (un ‘capolavoro’ di democrazia che ha un solo, vero protagonista: il presidente Lombardo, che è il ‘vero’ leader del Pd siciliano, visto che è lui a decidere cosa si deve fare e cosa non si deve fare in questo partito).
Archiviata la questione del referendum interno al Pd, la triade Lombardo-Cracolici-Lumia deve risolvere un altro problema: non vincere le elezioni comunali di Palermo, ma non farle vincere a Rita Borsellino. Per un motivo semplice: perché Rita Borsellino, avendo sempre dichiarato di essere contro mafia e malaffare, non può certo appoggiare un governo regionale presieduto da chi è stato inquisito per mafia. E in questo la Borsellino tiene una posizione diversa da Cracolici e Lumia che, ormai, hanno ‘superato’ le ‘colonne d’Ercole’ dell’antimafia…
Come fregare Rita Borsellino? Prima, complice un segretario regionale del partito, Giuseppe Lupo, noto per la sua ‘fermezza’ nelle prese di posizione (è stato eletto segretario regionale del Pd da una maggioranza contraria all’accordo del suo partito con Lombardo, cambiando idea due minuti dopo l’elezione, diventando strenuo difensore dello stesso governo Lombardo in barba a chi lo aveva eletto numero uno del Pd in Sicilia: un politico coerente, tutto d’un pezzo, insomma…) Rita Borsellino viene designata ufficialmente candidata del centrosinistra alle primarie per conto del Pd. A ‘incoronarla’ candidata ufficiale è il segretario nazionale, Pier Luigi Bersani. Designazione già anomala, perché viene attuala con un metodo berlusconiano: ignorando, cioè, che a Palermo c’è un segretario provinciale – Enzo Di Girolamo – che avrebbe dovuto quanto meno dire la sua.
Una volta ‘imgabbiata’ (questo, almeno, è quello che pensavano Cracolici e Lumia: di averla ‘ingabbiata’) nelle primarie del centrosinistra, Lombardo e i due (sempre Cracolici e Lumia) debbono trovare il modo per ‘macinare’ la stessa Rita Borsellino. Come?
I tre fanno i conti. Numeri alla mano, Lombardo, Cracolici e Lumia scoprono che, a Palermo, tutt’e tre messi assieme, in termini elettorali, possono al massimo fare ridere. Che fare? Bisogna trovare qualcuno, possibilmente presentabile, da contrapporre a Rita Borselllino alle primare. Considerato che Leoluca Orlando si è chiamato fuori dalle primarie, trovando un buon candidato, fregare la Borsellino dovrebbe essere un gioco da ragazzi. Del resto, manovrare tessere & voti in un certo modo è l’unico mestiere (oltre ad altre ‘cosucce’, ovviamente) che Lombardo, Cracolici e Lumia sanno fare. Si prospettano, insomma, primarie alla ‘napoletana’, con personaggi estranei al Pd (per esempio dell’Mpa) che si catapulterebbero a votare alle primarie per ‘inchiummare’ la Borsellino. Un gioco da ragazzi, insomma.
Resta da trovare il candidato da contrapporre a Rita Borsellino alle primarie. Gli occhi di Cracolici e Lumia si posano su Fabrizio Ferrandelli, un giovane preparato ma con un limite: un’ambizione che gli impedisce di valutare fatti, cose e, soprattutto, personaggi (dai quali bisogna stare alla larga: soprattutto in Sicilia). Il Gatto (Cracolici) e la Volpe (Lumia) avviano i contatti. Seguono i ‘viaggi’a Roma in pompa magna. Dove sanno tutto dell’operazione ‘Mettiamo-dentro-il-sacco-la-Borselino (anche se oggi negheranno).
L’accordo finalmente si ‘chiude’. Fabrizio Ferrandelli, che aveva in un primo momento detto “addio” alle primarie del centrosinistra di Palermo, ci ripensa. E annuncia che parteciperà alle stesse primarie, lanciando un appello all’unità del centrosinistra. Una sceneggiata indecorosa, perché tutti, anche i cani, sanno che Ferrandelli è il candidato con il quale Lombardo, Cracolici e Lumia si ripromettono di ‘eliminare’ (politicamente parlando) Rita Borsellino.
Tutto questo avviene senza che il solito segretario provinciale del Pd di Palermo, Di Girolamo, venga interpellato (ma che bisogno ha il Pd di Palermo di un segretario provinciale se fanno tutto Cracolici e Lumia?). E senza che il segretario regionale del partito, Lupo, abbia qualcosa da dire. Dell’operazione, ovviamente, sono al corrente a Roma: se non ci fosse il “sì” occulto dei vertici nazionali, Cracollici e Lumia sarebbero stati fermati (pensare che Cracolici e Lumia possano portare a termine un’operazione di killeraggio politico di questa portata da soli è da ingenui).
L’operazione, che sembrava perfettamente riuscita, si inceppa. Che succede? Semplice: succede quello che Lombardo, Cracolici e Lumia non avevano calcolato: e cioè che Palermo non è popolata da stupidi. ‘Sgamare’ un’operazione politica di rara banalità è stato più facile che bere un bicchiere d’acqua. Ovviamente, Rita Borsellino non parteciperà a primarie dove a votare contro di lei sarebbero gli uomini di Lombardo.
In tutto questo ci sono i vertici nazionali del Pd che, con la Borsellino, hanno perso la faccia. Non avendo fermato – ma anzi, avendo agevolato con ripetuti incontri romani – la goffa operazione di Lombardo (che ormai nel Pd è di casa), Cracolici e Lumia, Bersani e compagni non sanno cosa raccontare a Rita Borsellino. Dirle che non erano al corrente di quello che Cracolici e Lumia stavano preparando? E chi ci crederebbe?
Lombardo, Cracolici, Lumia: dilettanti allo sbaraglio…
Chi sorride dei fatti palermitani è un messinese: Giampiero D’Alia, leader dell’Udc siciliana. “Osservo divertito – dice D’Alia – l’esilarante dibattito che agita la sinistra palermitana sulla legittimità delle primarie per il sindaco della più importante città siciliana. I due principali alleati del Pd (Idv e Sel), che ingombrano la foto di Vasto, ritengono inutile, o peggio ancora, delegittimato questo strumento di consultazione. E’ triste vedere come questi signori, più che il bene di Palermo, pensano alle loro beghe interne”.
“Bene ha fatto l’Udc – conclude D’Alia – a chiamarsi fuori dal governo della Regione sostenuto da un partito che in Sicilia non sa cosa vuole fare da grande e che al Comune di Palermo, a furia di furbizie, si sta impiccando alla sua stessa corda”.

 

 

Giulio Ambrosetti

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