Pd, Bruno: “Serve un congresso straordinario”

26maggio2012″L’Assemblea regionale del partito a porte chiuse? Una stupidaggine. Ho chiesto che venga aperta a tutti. In un momento come questo il nostro partito deve essere una casa di vetro”.

Parola di Giovanni Bruno, componente della commissione nazionale di garanzia del Partito democratico e coordinatore, in Sicilia, dell’area che si riconosce nelle posizioni di Ignazio Marino.

La nostra chiacchierata con Giovanni Bruno comincia – e non potrebbe essere altrimenti visto che è l’argomento del giorno – con l’assemblea regionale del Pd, convocata domani mattina, e con la mozione di sfiducia al segretario regionale, Giuseppe Lupo.

– Come finisce domani mattina?

“Io dico che il segretario regionale si dovrebbe dimettere. Ma non si dimetterà”.

– Magari vorrà vedere in faccia e contare i suoi oppositori?

“Credo di sì”.

– Che cosa succederà domani?

“Si possono ipotizzare tre scenari. Il primo è che la mozione di sfiducia non raggiunga il quorum. Detto in parole più semplici, si vota ma la mozione viene ‘bocciata’. In questo caso, ovviamente, Lupo resta segretario. Ma ci ritroveremmo con un partito dilaniato. Il secondo scenario è che la mozione passi. In questo secondo caso Lupo viene sfiduciato. La parola passerebbe alla direzione nazionale del partito, che nominerebbe un commissario. Infine il terzo scenario: la mozione non viene votata. E tutto resta così com’è oggi”.

– Lo scenario più probabile?

“Penso che, alla fine, si voterà. Ma non mi chieda come finisce perché non lo so”.

– Qual è la posta in palio?

“Le liste e le alleanze”.

– Non è molto entusiasmante…

“Non lo è per niente. Anzi, se proprio la debbo dire tutta, mi sembra che tale modo di procedere somigli, per certi versi, all’atteggiamento di Hitler nel suo bunker. E’ evidente che lo schiaffo di Palermo non è servito a nulla”.

– Cosa bisognerebbe fare?

“Lo ripeto: a mio avviso Lupo si dovrebbe dimettere. Poi bisognerebbe convocare in tempi celeri un congresso straordinario. Per ridare la parola a iscritti e militanti”.

-Domani si parlerà del Governo regionale?

“Se vuole del Governo regionale ne parlo io. E le dico che noi – mi riferisco all’area Marino – siamo sempre stati contrari alla partecipazione al Governo Lombardo. Proprio su questo punto abbiamo molto da rimproverare al segretario regionale Lupo, protagonista di un clamoroso cambio di linea politica: ricordo che è stato eletto segretario regionale del Pd con il mandato di opporsi alla partecipazione al governo Lombardo. Invece, appena eletto, si è convertito all’abbraccio mortale con Lombardo”.

– Insomma, è diventato un Lupo governativo reso buono dai ‘san franceschi’ del Pd, Cracolici e Lumia…

“Già. Ma lo sa qual è il bello di questa storia del Governo Lombardo?”.

– Non, ce lo dica.

“Che dopo il 29 luglio, data in cui Raffaele Lombardo, come ha annunciato, si dovrebbe dimettere, non troveremo, dentro il Pd siciliano, un solo sostenitore della linea pro-Lombardo. Neanche a cercarlo con le candele. Mi fa specie che alcuni dirigenti del partito, che in tutti questi anni sono rimasti zitti, ora si scoprono anti-lombardiani. Sotto questo profilo riconosco a Cracolici e a Lumia chiarezza e coerenza”.

– A proposito di dimissioni: lei ci crede che il prossimo 29 luglio il presidente Lombardo rassegnerà le dimissioni?

“Non è una cosa che do per scontata. Anzi”.

Tutti in Sicilia ci aspettavamo che la gestione dell’acqua tornasse nelle mani pubbliche. Invece…

“Anch’io me l’aspettavo. Tant’è vero che il nostro gruppo è stato tra i promotori del referendum che ha sancito il ritorno alla gestione pubblica dell’acqua”.

– Però in Sicilia l’acqua continua ad essere gestita dai privati.

“Ce ne siamo accorti anche noi”.

– E il Governo regionale?

“Governo regionale? Perché in Sicilia c’è un Governo? La verità è che la Sicilia non è governata”.

– In tanti, nel suo partito, da tre anni a questa parte, chiedono la celebrazione del referendum per esprimersi con un ‘sì’ o con un ‘no’ alla partecipazione del Pd al Governo Lombardo…

“Mi sta dicendo che il referendum non è stato celebrato? Ce ne siamo accorti. E se vuole sapere cosa penso, ebbene, penso che il nostro è un partito che non rispetta le regole interne. Il Pd siciliano non ha rispettato la volontà di migliaia di iscritti che avevano chiesto la celebrazione del referenum”.

Palermo.  Una bella ‘botta’ le elezioni comunali…

“A Palermo sono stati commessi errori che dimostrano come il Pd sia lontano dagli umori della città”

– Che tipo di errori?

“In primo luogo, una lista debole e quindi non competitiva. Tutto questo contro un avversario come Leoluca Orlando che, piaccia a no, a Palermo ha sempre avuto – e continua ad avere – grande seguito. Detto questo, Orlando avrebbe fatto bene a partecipare alle primarie. Avremmo evitato le divisioni nel centrosinistra”.

Nulla da aggiungere?

“Sì un’ultima cosa: mi sembra disdicevole il fatto che tanti, nel Pd, siano saltati sul carro del vincitore. Addirittura, c’è stato chi ha festeggiato…”.

– Qualche nome?

“Lasciamo perdere”.

 

Giulio Ambrosetti

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