LA PRIMA E’ LA DOTTORESSA MONTEROSSO. LA SECONDA E’ LA DOTTORESSA GIAMMANCO. LA PRIMA E’ STATA RICONFERMATA DIRIGENTE GENERALE DELLA PRESIDENZA DELLA REGIONE. CON LA FIRMA DELLA SECONDA, CHE E’ DIRETTORE DEL PERSONALE DELLA REGIONE E RESPONSABILE DELL’ANTICORRUZIONE…
Quando l’Autorità nazionale per l’anticorruzione ci metterà le mani ci sarà da ridere. Perché quello che scoprirà in Sicilia, o meglio, negli uffici della Regione siciliana farà sobbalzare dalla sedia in tanti. Sì, lo possiamo dire: questa volta i massoni, che ormai da tempo fanno il bello e il cattivo tempo nei ‘piani alti’ degli uffici pubblici della nostra sempre più scalcagnata Isola, stanno esagerando.
Prendiamo il caso di Patrizia Monterosso: il 30 aprile dovrebbe esserle scaduto il contratto di segretario generale della presidenza della Regione siciliana. Dopo la sua condanna ad opera della Corte dei Conti – oltre un milione di euro per fatti riguardanti la Formazione professionale – ci si aspettava la sua sostituzione. Invece la Giunta regionale di Rosario Crocetta e gli uffici della stessa Regione le hanno rinnovato il contratto!
Tutti si attendevano un autorevole intervento da parte del dirigente responsabile della ‘Prevenzione della corruzione e per la trasparenza’. Ruolo ricoperto dalla dottoressa Luciana Giammanco. Sennonché la dottoressa Giammanco è anche dirigente generale del personale della Regione siciliana…
A rigor di logica – ammesso e non concesso che negli uffici della Regione siciliana ci possa essere ancora spazio per la logica – chi dirige l’ufficio per la ‘Prevenzione della corruzione e per la trasparenza’ dovrebbe essere ‘terzo’ rispetto alla stessa Amministrazione regionale. Per evitare commistioni improprie e conflitto di interessi. Invece…
Invece succede che – ovviamente su input della Giunta regionale – la dottoressa Giammanco ha ricontrattualizzato la dottoressa Monterosso che, nonostante tutto quello che ha combinato in questo anno e mezzo, è ancora seduta sulla plancia di comando della segreteria generale della presidenza della Regione…
Vi stupirete se vi diciamo che, a propria volta, la dottoressa Monterosso ha tutti i poteri per mantenere la dottoressa Luciana Giammanco come capo del personale di tutta la Regione e come dirigente dell’ufficio ‘Prevenzione della corruzione e per la trasparenza’?
No, ragazzi, non vi dovete stupire, perché le cose stanno proprio così: due donne – che si proteggono l’un l’altra – sono oggi ai vertici dell’Amministrazione regionale. E il fatto che non li tocchi nessuno, nonostante i loro trascorsi burrascosi (la dottoressa Giammanco è una grande conoscitrice dei misteri delle Asi siciliane…), la dice lunga non tanto e non soltanto sul potere di queste due donne, ma anche sull’influenza di chi le impone.
Oggi, negli uffici della Regione Patrizia & Luciana sono potenti più che mai. Potenti e intoccabili. Con molta probabilità, al di sopra di una politica siciliana sempre più debole e sempre più ‘ostaggio’ di poteri che stanno fuori dall’agone politico.
Se provate a chiedere ‘lumi’ non al presidente Rosario Crocetta, ma ai suoi collaboratori, qualcosa, a denti stretti, ve la diranno. A noi uno di questi signori – che ovviamente vuole restare in incognita – ha detto: “Senta, ci stiamo rompendo le scatole. Voi di LinkSicilia non fate altro che scrivere: Rosario Crocetta di qua, Rosario Crocetta di là! Ma lo volete capire o no che sugli assessori molte delle scelte passano da potentati economici che stanno sopra la politica? Secondo voi i rifiuti e l’acqua li controlla la politica? La vicenda dell’ex assessore Nicolò Marino non vi dice nulla?”.
E ancora: “Lo volete capire o no che sulla burocrazia c’è l’ombra della Massoneria? E voi sempre ad attaccare il presidente della Regione. Come fate a non vedere che tutti i condannati sono ai propri posti? Com’è possibile che chi provoca danni patrimoniali enormi non viene mai perseguito? Cominciatevi a porvi e a porre queste domande”.
Il nostro interlocutore ci fa notare non tanto e non soltanto il patto di ferro tra Patrizia & Luciana – a quanto pare più subito che voluto dalla politica siciliana – ma anche altri casi che, in effetti, sono assai strani. Quali casi?
Per esempio, il ‘caso’ di Enzo Emanuele, già dirigente generale dell’assessorato al Bilancio, oggi direttore generale dell’Irfis, condannato dalla Corte dei Conti, ma inamovibile.
Condannata è anche Alessandra Russo, già dirigente generale alla Formazione professionale, che in verità non ci sembra che abbia oggi un incarico di rilevanza. E, naturalmente, la stessa Patrizia Monterosso, anche lei – come già ricordato – condannata dalla Corte dei Conti. E altri dirigenti regionali dei quali noi non conosciamo i nomi. Ma che ci dicono anche loro condannati e anche loro inamovibili.
Inutile chiedersi se chi è condannato può restare ai vertici di un’Amministrazione pubblica. Non dovrebbe restarci, ma in Sicilia ci resta. Per meriti massonici? Chissà.
La lista di condannati, nei prossimi mesi, potrebbe allungarsi. Solo per il ‘caso’ di Ino Genchi – il funzionario dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente che si è rifiutato di sottostare ai diktat della politica e, forse, degli ‘incappucciati’ – ci sono da quattro a cinque indagati. Che, presto, potrebbero passare tra l’eletta schiera dei condannati.
Insomma, quanto saranno i condannati, negli uffici della Regione, che rimangono ai propri posti? Forse i lettori – soprattutto i lettori attenti, che grazie a Dio al nostro giornale non mancano – ne sanno più di noi. E quanti sono i dirigenti e funzionari che provocano danni economici all’Amministrazione e non vengono chiamati a rispondere del proprio operato?
L’abbiamo detto all’inizio e lo ribadiamo alla fine del nostro ragionamento: quando l’Autorità nazionale per l’anticorruzione ci metterà le mani ci sarà da ridere…
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