Sette anni fa scompariva Cesare Di Vincenzo, grande dirigente di Confagricoltura tra i fondatori della Fabi in Sicilia

OGGI RICORDIAMO UN GRANDE SICILIANO. UN UOMO CHE HA SEMPRE DIFESO L’AGRICOLTURA SICILIANA E L’AMBIENTE DELLA NOSTRA ISOLA. E CHE E’ STATO, CONTEMPORANEAMENTE, UN GRANDE SINDACALISTA DEL MONDO BANCARIO

di Carmelo Raffa

Non ci possiamo dimenticare le frasi usate il 3 maggio del 2007 dall’allora Presidente della Regione Totò Cuffaro: “Con Cesare Di Vincenzo scompare una persona innamorata della Sicilia”. E ancora: “Cesare è stato da sempre in prima fila non solo nel mondo agricolo, ma anche a tutela del territorio”.

Noi che l’abbiamo conosciuto personalmente, possiamo dire che Cesarino Di Vincenzo ha continuato prima l’opera politica del padre nella città di Tortorici dove è stato impegnato per dieci anni nel Consiglio comunale a presiedere il Gruppo della storica lista “Cavallo e Spighe”. Subito dopo ebbe incarichi, in rappresentanza del Comune, all’interno della Comunità Montana dei Nebrodi, luoghi dove fece sentire costantemente la propria voce non allo scopo di chiacchierare, ma di concretizzare.

Cesare Di Vincenzo nel 1965, appena assunto alla Cassa Centrale di Risparmio V.E. , costituiva la Rappresentanza Sindacale della FABI nella predetta Azienda e dava visibilità nel contesto regionale a questo sindacato.

Se la FABI è diventato punto di riferimento del settore in Sicilia bisogna riconoscere un po’ di merito anche al buon Cesare che è saputo essere un maestro nell’attività sindacale.

Abbiamo condotto molte battaglie insieme a Cesare, sia nel Sindacato che nel Sociale. Dal 1986 al 2001 ci siamo ritrovati nel Consiglio Regionale dell’Economia e del Lavoro dove dopo qualche anno veniva eletto Vice Presidente in rappresentanza del mondo imprenditoriale, di seguito al decesso del Dr. Malavasi.

Il rammarico che ci rimane di questa persona è che, nonostante le doti professionali riconosciute a tutti i livelli, non gli sono stati riconosciuti i giusti ruoli nelle Istituzioni.

Ciò ci dimostra che ora come allora i cosiddetti politici preferiscono mettere nei ruoli chiavi persone poco preparate per poterli manovrare a loro piacimento.

Cesare per noi sarai sempre una Persona indimenticabile.

 

Mi unisco al ricordo del dottore Cesare Di Vincenzo, persona che ho conosciuto nei primi anni ’80, quando muovevo i primi passi di giornalista occupandomi di agricoltura. Di Vincenzo era un validissimo dirigente di Confagricoltura e profondo conoscitore dei problemi del mondo agricolo siciliano. Di quegli anni mi piace ricordare anche Vito Lo Monaco, battagliero presidente della Confcoltivatori (oggi si chiama Cia, acronimo pessimo che ricorda cose non esattamente edificanti…) e il dottore Saverio Sforza, allora direttore della Coldiretti siciliana.

Stiamo parlando di persone che conoscevano i problemi del mondo agricolo siciliano e difendevano gli agricoltori dai comitati di affari. A differenza di quanto avviene oggi, dove tutti sanno che fine hanno fatto, in buona parte, i soldi del Piano di sviluppo rurale 2007-2013 (Psr) ma nessuno parla, o per paura, o perché è direttamente coinvolto.

Del dottore Di Vincenzo ricordo, in particolare, la sua battaglia per la difesa dell’ambiente e per il rilancio del nocciolo nell’area dei Nebrodi. L’albero come difesa naturale dell’ambiente, per la prevenzione del dissesto idrogeologico.

In pratica, quello che la Regione oggi non fa più: una Regione che non si oppone alla distruzione dell’ambiente (vedi il Muos di Niscemi e l’elettrodotto nella Valle del Mela, nel Messinese) e che ha distrutto l’Azienda Foreste Demaniali, abbandonando al proprio destino boschi e corsi d’acqua. 

Una Regione che, con i 2 miliardi di euro del Psr 2007-2013, avrebbe potuto rilanciare una grande campagna di tutela dell’ambiente – a cominciare dalle aree del Messinese, per la tutela delle quali si batteva il dottore Di Vincenzo – ma che invece ha preferito la via dei ‘giovani imprenditori agricoli’ dei quali siamo curiosi di vedere gli esiti!

g.a.

 

Redazione

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