Increscioso episodio di violenza tra le campagne di Paternò e Santa Maria di Licodia, dove quasi un centinaio di capi, tra ovini e caprini, sono stati rubati da alcuni soggetti che per il momento rimangono sconosciuti e ricercati dalle forze dell’ordine. Gli animali appartengono alla titolare di una ditta con sede a Santa Maria di Licodia. La proprietaria, subito dopo la scomparsa degli animali, ha presentato denuncia alla caserma dei carabinieri di piazza della Regione, a Paternò. Ovini e caprini che sembravano finiti nel nulla sono stati ritrovati uccisi, nei giorni scorsi, tra le campagne di contrada Patellina, in territorio di Paternò.
Qualche passante avrebbe segnalato la presenza di odore nauseabondo provenire da un casolare abbandonato. Sul posto si sono recati medici veterinari dell’Azienda sanitaria provinciale catanese e gli agenti della polizia municipale paternese. «Si è accertato che all’interno di un casolare abbandonato di proprietà da accertare e disseminati nel terreno circostante – si legge nella relazione redatta dalla polizia subito dopo il sopralluogo nel terreno – erano presenti resti scheletrici di ovini e caprini, in particolare ammucchiati dentro una stanza vi erano un numero imprecisato, ma compatibile con il numero dichiarato nella denuncia di furto e probabilmente anche superiore, di carcasse in avanzato stato di decomposizione».
Tra i resti degli animali sono state cercate all’esterno del casolare tracce per identificare il proprietario, in particolare attraverso i boli endoruminali (una capsula di ceramica che contiene un microchip, ndr) e marche auricolari. La ricerca ha avuto successo e gli animali sono stati identificati tra quelli oggetto di furto. «La causa della morte – si legge nelle relazione – considerata anche la concomitanza dei decessi massivi non è imputabile a cause riferibili a malattie infettive e diffuse ma, probabilmente, a cause traumatiche dolose»
A tutela della salute pubblica sono state sequestrate a scopo cautelativo le carcasse. Il sindaco Nino Naso ha firmato l’ordinanza con cui impone la distruzione delle stesse in una struttura specializzata. Sul fronte delle indagini i carabinieri stanno verificando se la titolare in un recente passato abbia subito minacce o avvertimenti di qualsiasi natura. Non si esclude nessuna ipotesi.
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