Paternò, ridipinta per Pasqua scalinata storica L’esposto in procura: «Lavori sbagliati e abusivi»

Una lodevole iniziativa da parte dell’amministrazione comunale di Paternò: eliminare qualsiasi traccia di parole volgari e disegni osceni lungo la scalinata della Matrice — opera settecentesca che collega la parte alta a quella bassa della città — in occasione della processione del venerdì santo. A non piacere a qualcuno, però, è stato il modo di agire del Comune. È questa la conversazione che in queste ore sta animando la città e il web, dopo che la giunta paternese, a pochi giorni dall’avvio dei festeggiamenti di Pasqua, aveva dato incaricato ai propri operai di ridipingere, con i colori ocra e marsala, le nicchie laterali della scalinata, deturpate da graffitari. I quali, infischiandosi del fatto che si trattava di un bene monumentale restaurato meno di dieci anni fa e costato oltre 800mila euro, hanno dato sfogo alla loro vena artistica scarabocchiandolo. Ma per ripulirlo i lavori sono stati fatti in economia, e sono costati circa mille euro. E, pare, senza l’accordo della soprintendenza ai Beni culturali.

Una azione necessaria, viste le oscenità scritte sui muri della scalinata, ma che ha posto più di un dubbio sulla scelta del colore utilizzato: un giallo ocra, con nicchie marsala. Colori che rappresentano una assoluta novità per la collina storica. Il sindaco Mauro Mangano e l’assessore Agostino Borzì hanno giustificato la decisione con la necessità di coprire in tempi brevi le scritte dentro le nicchie della scalinata. A stuzzicare la giunta comunale è stato padre Salvatore Alì, responsabile delle processioni pasquali, il quale ha minacciato di cambiare il tradizionale itinerario della processione se non si fosse intervenuto per tempo a ripulire la scalinata. 

La decisione di ridipingere in fretta, però, ha spinto Michele Milazzo, coordinatore cittadino del Megafono, a inviare un esposto alla soprintendenza ai Beni culturali, alla procura della Repubblica, ai carabinieri della compagnia di Paternò e al nucleo che si occupa della tutela del patrimonio. Nell’esposto si chiede di sapere se la soprintendenza era stata informata dei lavori e se quest’ultima «non ritiene utile e necessario intervenire per stabilire se i lavori siano stati eseguiti in maniera corretta, autorizzati e non abusivi. Un corretto intervento di rimozione dei graffiti e delle scritte doveva prevedere alcune fasi, tutte indispensabili: la rimozione dei graffiti con prodotti specifici; la pulizia e il lavaggio della superficie con acqua; la velatura o tinteggiatura della parete o sua parte; infine la protezione con un prodotto antigraffiti che renderà un’eventuale successiva rimozione più semplice e meno onerosa. Tutto ciò non sarebbe stato eseguito». 

Sulla stessa lunghezza d’onda il consigliere comunale Giancarlo Ciatto, il quale ha evidenziato che nel pitturare la scalinata ci sia stata assoluta mancanza di rispetto delle regole: «Nessuno era a conoscenza di questa decisione e la città ha dovuto accettare che l’amministrazione scegliesse il colore di un monumento storico. Qualsiasi intervento fatto sulla collina storica — continua Ciatto — non può prescindere dal coinvolgimento di diversi attori, prima fra tutti la soprintendenza. Un assessore qualsiasi non può alzarsi una mattina e decidere di intervenire in quel luogo, senza aver messo in atto un serio progetto di salvaguardia e restauro di opere di grandissima valenza storica e culturale, senza aver seguito un iter rispettoso delle norme». 

«Un altro motivo di indignazione — conclude Giancarlo Ciatto — dipende dal modo in cui si arriva a fare certi interventi. Solo ed esclusivamente per ragioni di facciata, a ridosso della processione del venerdì santo, per tappare la bocca a una città che è stanca. Il sindaco e la sua amministrazione si sono accorti soltanto oggi, dopo ben tre anni, delle condizioni in cui versava la scalinata. Mi chiedo perché questa amministrazione non ha sentito il bisogno di valorizzare la collina storica e di avviare una seria operazione di recupero e restauro». Per queste ragioni, Ciatto e altri consiglieri presenteranno domani un altro esposto alla soprintendenza per denunciare l’accaduto.

Salvatore Caruso

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