Paternò, la gestione della droga restava «in famiglia» Assinnata jr e la collaborazione di suocero e cognato

L’operazione antimafia Assalto ha messo in evidenza la figura di Domenico Assinnata junior, e dei suoi parenti più stretti: il suocero Erminio Laudani e figlio di quest’ultimo, nonché cognato del giovane Domenico, Gaetano. Tutti coinvolti, secondo gli investigatori, in una gestione familiare dello spaccio della droga. A testimoniare la rilevanza di Erminio e Gaetano Laudani le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia: affermazioni che hanno poi trovato riscontro nelle indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Paternò, coordinati dalla direzione distrettuale antimafia di Catania. «Erminio Laudani – scrive il giudice per le indagini preliminari – può a ragione ritenersi partecipe con ruolo di organizzatore sia nell’organizzazione di stampo mafioso sia in quella finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti». 

In particolare il collaboratore Francesco Musumarra con riguardo al traffico di stupefacenti a Paternò specifica: «Ho saputo che Erminio Laudani apparteneva al gruppo di Assinnata nel mio ultimo anno di libertà, direttamente da lui e da Giuseppe Parenti. L’ho visto personalmente spacciare stupefacenti che prendeva da casa di Domenico Assinnata junior». Anche un altro collaboratore di giustizia, Orazio Farina, nelle sue dichiarazioni fatte ai magistrati sottolinea il ruolo del suocero di Domenico: «Dopo l’arresto sia di Turi Assinnata e poi di altri del clan Assinnata io ricordo che lo spaccio e le attività illecite del clan erano guidate da Domenico Assinnata, figlio di Turi. Ricordo che insieme a lui come componenti del clan che principalmente lo aiutavano nell’attività di spaccio di cocaina c’erano Erminio Laudani, il cognato di Domenico di nome Gaetano, e altri ragazzi giovani». 

Sempre per il Giudice delle Indagini preliminari il cognato di Domenico Assinnata junior, Gaetano Laudani, può ritenersi «partecipe dell’associazione di stampo mafioso». Di particolare rilievo le dichiarazioni del neo collaboratore di giustizia Antonino Giuseppe Caliò il quale ha sostenuto che Gaetano Laudani è «anche figlioccio di Turi Assinnata, nel senso che Turi Assinnata gli vuole bene, perché lo ha cresciuto lo stesso Turi Assinnata, come mi ha detto Erminio Laudani». Dalle indagini è emerso che Gaetano Laudani era addetto allo spaccio di sostanze stupefacenti, collaborando attivamente con il padre Erminio. Numerose erano le conversazioni che lo vedevano partecipare all’occultamento dello stupefacente o coinvolto nelle contrattazioni con gli acquirenti, con i quali spesso utilizzava termini convenzionali, quali «bomboniere».

Salvatore Caruso

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