Un buco di svariati milioni di euro, circa trenta in tutto secondo l’amministrazione comunale. Un’eredità pesante da gestire per il sindaco di Partinico Maurizio De Luca, subentrato alla guida della città dopo le ultime elezioni di giugno. Un disallineamento dei conti che si è aggravato di anno in anno. La settimana scorsa il Consiglio comunale ha preso atto della situazione di dissesto finanziario del Comune, anche se non sono mancate le resistenze da parte di alcuni membri dell’opposizione. Mal di pancia si sono registrati anche da parte di pezzi della maggioranza. Malgrado tutto però il sindaco ha tirato dritto per la sua strada.
«Di tatticismi e scarso senso di comunità Partinico muore: bisogna cambiare radicalmente approccio – ha detto De Luca -. Abbiamo appena un anno e mezzo per riequilibrare il bilancio comunale, non tre anni come è avvenuto a Carini, diversamente i 200 precari del comune potrebbero perdere la finestra della stabilizzazione». I «tatticismi» a cui fa riferimento De Luca riguardano proprio il fatto che secondo il sindaco non si può più rimandare al futuro l’intervento sui conti e che per farlo serve il contributo di tutti. Arrivati a questo punto, per l’amministrazione comporterà probabilmente tagli anche a servizi alla persona. come l’asilo nido.
«Occorre promuovere una politica della riscossione delle tasse che abbia al centro i principi di equità. Abbiamo trovato un accordo per riportare lo sportello Serit a Partinico. Stiamo lavorando alla creazione di un punto del contribuente che metta assieme Serit, Agenzia delle entrate, Ufficio Tributi e Sportello per la salvaguardia del contribuente in un’ unica struttura». Con questo strumento l’amministrazione intende affrontare il problema dell’evasione fiscale per ridurre il deficit rendendo più semplice l’incrocio dei dati. «Intensificando gli accertamenti – aggiunge De Luca – potremmo essere nelle condizioni di passarli alla Serit e alla riscossione. L’obiettivo è tornare nel più breve tempo possibile almeno alla percentuale di riscossione del 2013 che si attestava intorno al 50, 60 per cento, una soglia poi scesa inesorabilmente fino ai dati allarmanti di oggi, stimati intorno al 25 per cento di riscosso per la Tari ed ad una media del 15 per cento per suolo pubblico, pubblicità ed altro».
Ma non saranno gli unici provvedimenti: per ciò che riguarda mercatino quindicinale stanno per essere notificate 74 revoche di licenze ai mercatari morosi da 10 anni con il comune di Partinico, mentre sul mercato ortofrutticolo l’ufficio tecnico ha proposto la possibilità alle aziende di chiedere la concessione, in cambio del pagamento dell’annualità per poi ragionare sul pregresso. «Stiamo rimettendo ordine in un Far West che ha avuto negli anni troppe complicità politiche», chiosa il primo cittadino.
Emiliano Puleo, consigliere comunale dell’opposizione invita l’amministrazione al dialogo e contesta le modalità con le quali è stata resa nota la procedura in atto: «Siamo andati in dissesto finanziario per decorrenza dei termini. Entro il 9 agosto andava presentato un piano di riequilibrio ma Il sindaco non ha voluto proporlo – afferma Puleo – non è detto che si sarebbe potuta evitare la bancarotta, anzi probabilmente non ci avrei creduto nemmeno io, ma era un passo importante che andava fatto per chi ha una responsabilità di tipo politico e amministrativo. Sarebbe stato utile al sindaco dire alla città i motivi per i quali non credeva in un piano di riequilibrio. Quello che manca è l’analisi politica del passato e di ciò che l’amministrazione ha in programma. Per il futuro vorrei che questa amministrazione si apra a tutte le forze politiche e sociali della città, quindi anche all’opposizione, per avanzare insieme proposte utili: noi siamo per l’internalizzazione di tutti i servizi essenziali: ogni volta che sono stati privatizzati non solo non ha funzionato ma ha comportato costi superiori a quelli precedenti».
Un invito al dialogo, quello di Puleo, che sembra essere stato accolto dal primo cittadino. «Ascolterò con attenzione le proposte dell’opposizione – dice De Luca – Purtroppo il piano di riequilibrio era già a un binario morto dal mio primo giorno al Palazzo di Città: a soli tre giorni dal mio insediamento il settore finanziario mi ha comunicato formalmente che la riuscita del piano di riequilibrio risultava ‘irrimediabilmente compromessa’, inoltre, in 20 giorni dal suo insediamento, iil consiglio comunale avrebbe dovuto approvare due bilanci e due rendiconti, con parere dei revisori, atti propedeutici all’approvazione del piano di riequilibrio».
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