Parte da Catania la start-up che investe sulla carta «Il quaderno Usa fatto all’italiana, già un successo»

Nell’era in cui è imperativo avere in borsa uno smartphone, un notebook o un tablet, c’è chi ha il coraggio di lanciare sul mercato un oggetto di cartoleria. Un composition book per l’esattezza, ovvero un quaderno molto gettonato negli Stati Uniti per la composizione e l’organizzazione di appunti e pensieri e praticamente introvabile altrove. A portarlo in Europa, però, ci ha pensato una coppia di 27enni catanesi. Edoardo Bonaccorsi è laureato in Economia, ma nella vita fa il commercialista, oltre a essere amministratore delegato di un’azienda che si occupa di biometano. Damiana Saraniti è tirocinante commercialista con l’hobby per la programmazione di siti web. Insieme hanno creato Basicomo, che sul mercato da appena un mese ha già conquistato l’interesse di giornalisti, scrittori e docenti universitari. Ma non solo.

«Basicomo non nasce dalla necessità di inventarsi un lavoro o da un certo tipo di background nel mondo del design – racconta a MeridioNews Edoardo – ma dalla passione che io e la mia compagna condividiamo per questo formato di quaderno, introvabile non solo in Italia, ma in tutta l’Europa». I due fondatori lo hanno usato durante gli anni dell’università, Edoardo addirittura dall’ultimo anno di liceo. «Me ne portai una dozzina dall’America e ricordo che ho pagato uno sproposito tra dogana e importazione. Ma ci ho vissuto un bel po’ di anni». Il quaderno originale segue il formato statunitense, diverso da quello a cui siamo abituati e dovuto alla tradizione tipografica americana, differente dalla nostra. «È più largo e permette di andare a capo meno e scrivere molto di più – sottolinea Edoardo. E ha la copertina marmorizzata, caratteristica principale del prodotto, che è più grande di un A5 e più piccolo di un A4».

Un’altra peculiarità sta nella sua indistruttibilità, data dalla legatura fatta con la macchina da cucire Singer e il filo di cotone americano, molto resistente. «Si è partiti da un grande studio e ricerca sul prodotto, abbiamo comprato ogni tipo di composition book presente sul mercato americano e lo abbiamo smembrato per cercare di capire quale fosse la ragione dietro ogni scelta che ha preso chi lo ha pensato». Qualcuno sostiene sia un formato ottocentesco francese, ma la notizia certa è che negli Stati Uniti il principale produttore ha cominciato a produrli negli anni Settanta del ‘900. «E come tutte le grandi icone pop – dice Bonaccorsi – è una cosa talmente diffusa da aver perso una paternità chiara». L’innovazione catanese sta nell’averlo ricostruito seguendo il metodo made in Italy con una copertina in tela di manifattura italiana prodotta dalla Seveso, assemblato da una legatoria artigianale, con cotone seta nazionale e modifiche millimetriche di formato per rientrare negli standard della carta europea. Insomma, la giovane coppia ha sfruttato tutti i pro del modello tradizionale reinventandolo all’italiana

E oggi, dopo due anni di lavoro e un investimento di 2.500 euro, stanno già terminando le scorte del primo lotto di quaderni che permettono di scrivere ordinatamente inserendo nei bordi correzioni e integrazioni. «Abbiamo già venduto quasi mille quaderni, reperibili unicamente online sul nostro sito e su Amazon, anche se dall’anno prossimo speriamo di poter avviare una distribuzione fisica nei negozi». Il 95 per cento degli ordini va in Italia, anche perché ancora il sito parla solo una lingua. «Renderlo internazionale non conviene, perché il più grande mercato di questo tipo di cartolibreria di lusso, in Europa, è rappresentato proprio dall’Italia. Anche se ci sono state richieste da Francia, Spagna e Germania, dove comincia a esserci un interessamento».

Ma a chi serve questo composition book? «A una persona abituata a scrivere, a chi nonostante tutto attorno a noi sia digitalizzato vuole scrivere in una maniera diversa». Nella tradizione statunitense viene utilizzato nelle scuole per insegnare ai ragazzi a scrivere, qui tra i primi fan ci sono giornalisti e docenti universitari, oltre a chi fa lavori intellettuali collegati alla scrittura. «Questo interesse risponde a una necessità di ordine e di riordine, perché se l’interfaccia digitale permette di scrivere in modo più ordinato, la sua capacità di riordine è più complicata, tant’è che molti stampano i documenti e fanno le correzioni a penna. Molti nostri clienti – aggiunge il fondatore – sono persone che hanno una vita molto digitalizzata, che completano con questo oggetto».

Verso febbraio ci sarà un primo bilancio e si deciderà se lanciare i nuovi formati a quadretti, puntinato e vuoto. «Vogliamo estenderci anche al mondo del block notes, cercando di reinterpretare anche questi», svela in anteprima Edoardo. Che aggiunge: «Per noi è un hobby, durante il giorno svolgiamo le nostre professioni e la sera dedichiamo mezz’ora a impacchettare i prodotti per le spedizioni. E ci piace farlo proprio così, con una certa calma che ci porta a fare le cose molto meglio». Perché quando ci si muove bene e con ponderazione si può avere successo, anche coltivando il rapporto con il cliente. «Mandiamo a ogni compratore un sondaggio per comprendere cosa desidera e come poter migliorare il prodotto attraverso i suggerimenti di chi lo usa. Abbiamo una conversazione continua con l’esterno – conclude Bonaccorsi – perché non è un’operazione unilaterale, ma una conversazione sempre aperta con la propria controparte. Che è, appunto, il cliente».

Giorgia Lodato

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