Parla l’artista che ha messo la mascherina a Sant’Agata «Messaggio ai cittadini? Siate responsabili senza panico»

La Gioconda sulla saracinesca abbassata di un’edicola di piazza Borgo, Sant’Agata su un muro di piazza Beato Angelico e il Liotru in via Orto dei Limoni. Tutti e tre i soggetti indossano la mascherina per evitare il contagio da coronavirus, sono sovrastati dall’hashtag #Catanianonsiferma e portano la firma di Misha (sull’account Instagram di MeridioNews ci sono tutte le foto). Uno street artist 28enne catanese che, pur preferendo rimanere anonimo, ha accettato di rispondere ad alcune nostre domandeNei giorni in cui Tvboy (l’artista siciliano famoso in tutto il mondo anche per avere fatto baciare persone lontane tra loro come Matteo Salvini e Luigi Di Maio su un muro romano) ha messo la mascherina a Monna Lisa, in occasione della sospensione – causa Covid-19 – del Mobile world congress di Barcellona (la più grande fiera sulla telefonia del mondo che si teneva in Spagna), anche in giro per Catania sono apparsi murales a tema

Come nasce l’idea di mettere le mascherine alla Gioconda e a Sant’Agata?
«La mia Gioconda indossa la mascherina e nasconde quel sorriso enigmatico per antonomasia. Come a volere nascondere la preoccupazione per veicolare, invece, un messaggio ben preciso: siate responsabili! Lo stesso vale per Sant’Agata. Nel caso della Santuzza, ho scelto di rappresentarla con la mascherina dalla quale, però, volutamente tiene fuori il naso. È un segno di speranza. Voleva essere un modo per rinfrancare tutti i cittadini catanesi in questo momento di emergenza legata al nuovo coronavirus».

Qual è il messaggio che vuoi veicolare ai catanesi con le tue opere? E cosa significa l’hashtag #Catanianonsiferma?
«Tutti dobbiamo fare attenzione ed essere coscienziosi e fiduciosi. Fare passare questo messaggio soprattutto con l’aiuto dell’immagine di Sant’Agata mi sembrava il modo più giusto. Qui a Catania, infatti, c’è un enorme numero di persone, non solo devoti, che si affidano a lei. L’hashtag #Catanianonsiferma non è un invito ad affollate le piazze o i locali di qualsiasi tipo. Anzi. A me sembrava chiaro ma, a scanso di equivoci, voglio sottolineare che si tratta, piuttosto, di un appello a non farsi prendere dal panico».

Come rispondi a chi ti dice che non è il caso di fare ironia sull’emergenza coronavirus?
«Rispondo semplicemente che non ho fatto in alcun modo ironia sull’emergenza». 

Qualcuno sostiene anche che non è il caso di scherzare con i santi. Ti sono arrivate contestazioni dai devoti?
«In effetti, sui social ho letto dei commenti di questo tipo. Penso, però, che alle persone che li hanno scritti non sia arrivato il messaggio giusto. Spero che, adesso, leggendo questa intervista avranno più chiaro il concetto e possano ricredersi»

Sembra evidente che ti sei ispirato a Tvboy. È davvero così? 
«No, non mi sono ispirato a Tvboy. Lo conosco e lo apprezzo ma quando è nata la mia opera a Catania, per quanto lui possa essere virale, non avevo ancora avuto modo di vedere quella che lui aveva realizzato a Barcellona. Diciamo che abbiamo avuto un’idea simile ma siamo e restiamo differenti. Del resto, penso che ogni artista punti all’unicità».

Questa mattina è comparso anche il Liotru (l’elefante, ndr) con la mascherina. Ci anticipi se dobbiamo aspettarci che compaiano altri soggetti con mascherina in città?
«Vedo che siete aggiornati! (sorride, ndr). Credo che, adesso, sia arrivato il momento di fare capire alle persone che non basta una mascherina, ci vogliono prima di tutto cervello e buon senso. Però, aspettatevi di tutto». 

Marta Silvestre

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