Un parco aperto a tutti aprirà i battenti il 18 dicembre prossimo al Foro Italico. Dopo un anno e mezzo di «nulla osta, autorizzazioni, riunioni, carte bollate» e nove mesi di riqualificazione attiva dello spazio urbano dedicato, in città sarà attivo il Parco della Salute dedicato a Livia Morello. «Uno spazio per la promozione della salute da condividere con tutti quelli che vorranno partecipare», spiega Daniele Giliberti, ideatore del progetto e amministratore delegato di Vivi Sano Onlus. Un luogo dove «tutti, proprio tutti, potranno fare attività all’aria aperta e in sicurezza».
Attività gratuite realizzate attraverso una raccolta fondi. Parte di questa è stata dedicata alla riqualificazione degli spazi e parte delle iniziative. «Da ora riparte la progettazione, sono circa settanta le organizzazioni che hanno aderito al progetto – sottolinea Giliberti -, ma potrebbero diventare anche cento. Una volta aperto, nel parco rimarrà qualche cosa da fare che sarà realizzata comunque in pochi giorni». Per quanto riguarda i lavori «il grosso è stato fatto a livello di impianti, stiamo mettendo il manto del campo sportivo. In linea di massima è tutto pronto: ci sono i giochi e il giardino botanico si può già visitare».
L’8 gennaio è prevista una manifestazione di baskin, dalle 9 alle 12, pensata per fare avvicinare i cittadini allo sport. Si tratta di una «disciplina sportiva integrata – spiega ancora Giliberti – che consente a tutti di giocare all’interno del parco». Dal 9 gennaio 2017 verranno attivati i servizi gratuiti di sportello d’ascolto psicologico, le scuole sportive sociali per bimbi che vivono una condizioni di marginalità, gli screening elettrocardiografico e spirometrico per gli alunni delle scuole che parteciperanno alle attività mattutine inoltre a incontri di prevenzione sulle dipendenze patologiche e di educazione ambientale.
Uno dei servizi erogati è lo sportello d’ascolto psicologico. È del tutto gratuito, ma gestito da professionisti volontari che aderiscono a tre differenti associazioni che si occupano di famiglia, anziani e giovani. Si tratta di «persone che vengono a farsi una chiacchierata perché vivono situazioni di disagio. Se poi un caso viene ritenuto allarmante, come per fare un esempio, se ci dovesse contattare un giocatore d’azzardo che ha perso tutto, fungiamo da collegamento con i servizi territoriali specifici e quindi in questo caso lo mettiamo in contatto con il Cediss», dice Giliberti che conclude: «Rappresentiamo quindi un primo tramite con il territorio».
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