Parcheggio San Berillo, solo cinque ditte interessate Al momento in testa una delle imprese dei Capizzi

Un nome certo ancora non c’è, ma esiste già una graduatoria – per quanto suscettibile di modifiche – e una rosa di pretendenti ristretta a tre. Sono queste le novità nella gara d’appalto da oltre undici milioni di euro indetta dal Comune di Catania per la realizzazione del parcheggio interrato a piazza della Repubblica. L’opera del valore di undici milioni e 372mila euro più Iva fa parte del piano di risanamento del quartiere San Berillo che, negli anni scorsi, ha portato anche alla riqualificazione, non esente da polemiche, di una piccola parte di corso dei Martiri. Pubblicata in Gazzetta ufficiale a giugno, la gara si trova in dirittura d’arrivo, dopo che la commissione giudicatrice nominata dall’Urega ha aperto le buste delle imprese partecipanti.

Nei verbali di gara non mancano gli spunti d’interesse. A partire proprio dal numero delle ditte che si sono fatte avanti per aggiudicarsi la realizzazione di un’opera che, stando alle previsioni, dovrebbe essere completata in 733 giorni. A mostrare interesse sono state appena cinque operatori economici: tre realtà siciliane, una pugliese e un consorzio emiliano. Di queste due – il consorzio bolognese Fenix e la Repin di Aci Catena – sono state escluse per carenze nell’offerta tecnica. Delle tre rimaste, invece, sono stati valutati sia il ribasso economico che la proposta progettuale, portando la commissione a stilare una graduatoria che al momento vede in prima posizione il raggruppamento costituito da Ingegneria Costruzioni Colombrita e Consorzio stabile progettisti costruttori, seconda la Manelli Impresa di Monopoli e terzo il raggruppamento formato da Gresy Appalti, Edil Vincent e Torsten Costruzioni

Le ultime tre imprese sono tutte riconducibili alla famiglia Capizzi. La famiglia di imprenditori originari del piccolo centro di Maletto controlla anche il Consorzio stabile progettisti costruttori. Ad amministrarlo, infatti, è il 28enne Emanuele Capizzi, fratello e cugino degli amministratori di Gresy Appalti, Edil Vincent e Torsten. «Si tratta di una procedura aperta, significa che non ci sono stati inviti e dunque che qualsiasi impresa in possesso dei requisiti previsti dal bando (categorie Og1, Og11 e Os24, ndr) avrebbe potuto presentare l’offerta», dichiara a MeridioNews Biagio Bisignani, direttore dell’Urbanista al Comune di Catania e componente della commissione giudicatrice.

L’ingegnere tiene a sottolineare come al momento sia prematuro parlare di aggiudicazione. «La commissione ha valutato le offerte, ma le prime due sono risultate anomale e quindi bisognerà prima attendere che le ditte forniscano i giustificativi», aggiunge Bisignani. A superare la soglia di anomalia – sia da un punto di vista dell’offerta economica che di quella tecnica – sono stati l’Rti Colombrita-Consorzio stabile progettisti costruttori e Manelli Impresa. Le due hanno presentato rispettivamente ribassi del 42,68 e 24,42 per cento. Mentre l’Rti Gresy Appalti, Edil Vincent e Torsten Costruzioni ha proposto il 7 per cento. 

Trovare una gara con procedura aperta con pochi partecipanti – a meno di infrastrutture particolarmente complicate – è un fatto tutt’altro che consueto. La sete di lavoro dell’imprese in un momento in cui il mercato, anche per via del Covid, non è in un momento florido attira spesso centinaia di ditte nelle gare aperte. Mentre, di contro, non mancano le polemiche per il ricorso alle procedure a inviti rivolti a un numero limitato di operatori. Bisignani, dal canto suo, prova a fornire una spiegazione possibile. «Per me ha inciso molto il fatto dell’avere inserito una serie di specifiche molto rigide tra le migliorie da presentare rispetto al progetto iniziale. Questo – sostiene il direttore dell’Urbanistica di Palazzo degli elefanti – avrà portato molte imprese a rinunciare».

Nel caso in cui la graduatoria dovesse essere confermata, e dunque che le motivazioni fornite da Colombrita Costruzioni e il Consorzio stabile progettisti costruttori risulteranno convincenti a superare i profili di anomalia al momento basati su parametri di natura matematica, la famiglia Capizzi tornerebbe a lavorare alla riqualificazione di San Berillo. Il Consorzio guidato da Emanuele Capizzi, infatti, ha già lavorato a una parte della riqualificazione dello storico quartiere catanese. Per monitorare l’andamento della procedura di risanamento, il Comune, all’epoca della sindacatura Bianco, ideò un protocollo di legalità con il coinvolgimento della prefettura.

Simone Olivelli

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