Se dici panettone non sempre dici Milano. O, comunque, non solo. Il tipico dolce natalizio è infatti ormai apprezzato e realizzato in tutta la Penisola e anche la Sicilia dimostra di essere in grado di raggiungere livelli di eccellenza all’interno della tradizione. A darne conferma è il risultato ottenuto dal maestro Santo Giarrusso, della pasticceria Pasubio di Catania, terzo classificato al Panettone day, il contest dolciario che premia ogni anno il miglior panettone tradizionale e il miglior panettone creativo d’Italia. Quest’anno, il pasticcere catanese ha disputato nel capoluogo lombardo la sua quarta finale su cinque partecipazioni e ha ottenuto il riconoscimento da una giuria di esperti guidata dal maestro Iginio Massari.
«Ho visto e rivisto mille volte tutti i passaggi necessari per la preparazione del dolce – racconta Giarrusso -. Lievitazione di 24 ore, aromi, burro, canditi, uvetta, farine. E ho lavorato tanto per migliorare ogni dettaglio e realizzare un prodotto d’eccellenza». Così, dopo studi, tentativi e procedure passate al microscopio, il panettone etneo di Giarrusso si è aggiudicato il podio, preceduto solo da un panettone lombardo e uno campano. «Ho fatto assaggiare il panettone che preparavo a tutti – continua il maestro del bar Pasubio -, ai ragazzi che lavoravano con me, ai clienti. E alla fine ho capito che non avrei potuto fare di più, che ero arrivato al massimo delle mie potenzialità».
Santo Giarrusso ha iniziato a realizzare dolci da bambino, aveva undici anni quando è entrato per la prima volta in un laboratorio artigianale, e ancora oggi si fa portavoce di un settore che, come tanti, ha conosciuto la crisi. «Stavamo assistendo alla morte dell’artigianalità del panettone – spiega il pasticcere -. Dovevamo far capire ai clienti che il nostro prodotto era totalmente diverso da quello industriale che avrebbero trovato al supermercato. Magari buono ed economico, ma imparagonabile al panettone dei nostri laboratori che è un prodotto di eccellenza per ingredienti e procedure». I clienti sembrano averlo capito. La pasticceria di Giarrusso sforna infatti, durante il periodo natalizio, fino a 150 panettoni al giorno.
«Sono soddisfatto di questo riconoscimento – commenta il maestro catanese premiato qualche giorno fa – perché è frutto del mio impegno e del mio lavoro». Per tutto il mese di ottobre, i finalisti del contest avranno l’opportunità di esporre i propri panettoni in un Temporary shop nel cuore di Milano, dove migliaia di visitatori ogni anno assaggiano l’eccellenza della pasticceria italiana e dove il panettone più apprezzato «è sempre quello al pistacchio che preparo a Catania», confessa Giarrusso. Giarrusso sa già di volere partecipare alla prossima edizione del concorso meneghino perché «è un’occasione di confronto con i colleghi e un’opportunità per migliorarsi – conclude -. In molti mi dicono che hanno paura di calarsi nelle dinamiche di una gara, ma io continuerò a mettermi in gioco».
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