Pallamano, Kelona Palermo capolista in serie A2 «Squadra di giovani, l’obiettivo è farli crescere»

«Credo nel lavoro con i giovani. C’è chi non ha fiducia in loro, mentre io ne ho molta perché ti dànno veramente tanto. Li puoi plasmare e puoi creare qualsiasi tipo di gioco. Dalla loro hanno freschezza e, a volte, anche l’incoscienza». Parola di Ignazio Aragona, tecnico dell’Handball Kelona Palermo, che spiega a MeridioNews il lavoro che sta portando avanti con i suoi ragazzi, rimasti da soli in testa al campionato di serie A2 dopo il successo sul Cus Palermo, che gli ha consentito di staccare il Mascalucia: «Contro il Cus – continua il tecnico – è stata una partita che non ci ha creato molti grattacapi. Noi siamo una società composta da tanti giovani e sono gli stessi che l’anno scorso hanno militato in A1. Loro invece erano composti da vecchie glorie e da ragazzi che giocano a pallamano da tanto tempo, ma che magari hanno perso un po’ di freschezza atletica».

Domani i palermitani sono attesi dal big match della stagione e ospiteranno al PalaOreto il Mascalucia di Cardaci: «Indubbiamente possono essere loro gli avversari più pericolosi. Innanzitutto perché provengono da una fusione, con la quale hanno unito due squadre già buone e quindi hanno un gruppo ben assortito. Inoltre hanno l’allenatore che l’anno scorso ha vinto lo scudetto femminile, un grande tecnico». Non parla di obiettivi in termini di risultati il coach delle tartarughe che pone l’accento sempre sul lavoro con i giovani: «I nostri obiettivi – confessa il tecnico – sono quelli di far crescere i nostri ragazzi che stanno facendo questo percorso. Il 90 per cento dei miei atleti sono under 21 e il 50 per cento sono under 17. Voglio farli crescere, il mio intento è quello di metterli in difficoltà per creare atleti».

Tra gli elementi che militano nella sua squadra, Aragona è sicuro che qualcuno potrà togliersi grandi soddisfazioni: «Diversi ragazzi che alleno potranno fare bene. Adesso sta scendendo l’allenatore della Nazionale per visionare alcuni atleti siciliani. Tra i miei ce ne sono sei che dovrà guardare e diversi hanno già vestito la casacca della Nazionale under 18 o under 20». Il tecnico fa poi una panoramica sullo stato di questa disciplina nel nostro Paese: «In Italia – spiega ancora Aragona – è cambiata la presidenza lo scorso anno. Ci sono buone prospettive per potere crescere e fare bene. Finora siamo stati nei bassi fondi del ranking europeo. Ci sono squadre fortissime come Spagna, Francia, Slovenia e Croazia, mentre noi siamo sotto il trentesimo posto. Qui in Sicilia abbiamo invece due squadre in A1 e negli ultimi anni la mia società ha conquistato due quarti posti nazionali, uno nell’under 16 e uno nell’under 18. La situazione qui non è terribile, ma neppure troppo rosea».

Nel suo piccolo, invece, il Kelona è una realtà abbastanza seguita: «Nella palestra riusciamo ad avere tra le 250 e le 300 persone per ogni partita. Domani affronteremo il big match e forse ci sarà anche qualcuno in più. Abbiamo un bel seguito perché abbiamo anche squadre giovanili e abbiamo un’organizzazione molto familiare, i genitori mi dànno una mano con gli allenamenti e nell’organizzazione delle trasferte. Poi capita anche che portano le torte e a fine partita ci facciamo una mangiata tutti assieme, anche con gli avversari». Impossibile avere la ricetta giusta affinché questo sport faccia il salto di qualità definitivo, ma la strada da seguire è indubbiamente una soltanto: «Bisogna fare risultati, perché se non arrivano quelli tutto diventa molto difficile. E poi  si deve allargare la base, molti non conoscono questo sport perché non si vede in televisione. Questo – conclude un amareggiato Aragona – nonostante alle ultime Olimpiadi la pallamano sia stato uno degli sport più seguiti».

Luca Di Noto

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