Termina senza vincitori né vinti, al Barbera, il confronto tra Palermo e Torino nell’ultimo turno infrasettimanale del campionato. I rosanero e i granata hanno dato vita ad un 2-2 maturato al culmine di una gara godibile dal punto di vista dello spettacolo, giocata senza particolari tatticismi da due squadre libere di testa e strutturalmente impostate per esprimere un bel calcio. Il Palermo, reduce dalla sconfitta di Parma, muove nuovamente la classifica ma non riesce a dare slancio al proprio cammino proiettato verso il traguardo dei 50 punti. I rosanero restano a quota 42 punti nella terra di nessuno in una zona di assoluta tranquillità ma dopo la prestazione opaca del Tardini, le risposte oggi sono state positive sul piano dell’atteggiamento e della mentalità. Solo il risultato, di fatto, non ha premiato la voglia della squadra di conquistare l’intera posta in palio e di dare continuità al percorso consolidato dagli ultimi successi ottenuti nelle ultime settimane, dopo avere messo alle spalle il momento di crisi.
Stretto nella morsa di impegni ravvicinati Iachini avrebbe potuto effettuare nuovi esperimenti dopo le novità proposte domenica contro il Parma e invece il tecnico rosanero ha deciso di affidarsi all’usato sicuro dando fiducia alla squadra che ha vinto contro Udinese e Genoa prima del passo falso rimediato al Tardini. Rispetto alla formazione scesa in campo in Emilia è cambiato il profilo del centrocampo con il ritorno di Jajalo in cabina di regia e di Rigoni nel ruolo di mezzala destra. In porta, spazio a Sorrentino che, dopo la panchina di Parma, ha acquisito nuovamente i gradi di titolare in una partita emotivamente speciale contro la squadra nella quale ha mosso i primi passi in carriera.
Lo schema è sempre il 3-5-1-1, lo stesso sistema di gioco adottato da Ventura privo, questa sera, degli squalificati Moretti e Gazzi. Quando due squadre si affrontano con moduli speculari rischiano di annullarsi. La regola viene smentita da Palermo e Torino che giocano a viso aperto e con un atteggiamento propositivo ma l’equilibrio resta comunque il filo conduttore del match. Una gara iniziata, di fatto, con il botta e risposta che nel primo quarto d’ora ha visto protagonisti Vitiello, a segno con un tap-in sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto da Dybala, e Bruno Peres, abile e fortunato con una deviazione di destro a correggere in rete una conclusione sporca di Quagliarella. Il copione rispecchia quello recitato dal Palermo in altre circostanze: i rosanero hanno dei tratti peculiari che ormai si manifestano con regolarità. La compagine di Iachini, abile con i guizzi dei solisti a scompaginare i piani difensivi degli avversari, lascia quasi sempre il segno nei primi tempi e spesso lo fa con gli inserimenti senza palla di centrocampisti dotati di grande fiuto del gol. E’ lo scenario che si verifica al 27’ in occasione del gol del 2-1 realizzato da Rigoni sfruttando un cross teso dall’out sinistro di Lazaar. Un’altra caratteristica della squadra è l’abbonamento ai legni della porta avversaria.
Alla lista dei rosanero traditi da pali o traverse si è aggiunto oggi anche Andelkovic con un colpo di testa (traversa) che fa salire a 19 il numero di legni centrati dai rosa in questa stagione. Cifra sicuramente dal sapore di record. Anche oggi l’aspetto psicologico ha influito sull’andamento della gara. I granata, inconsciamente un po’ scarichi dopo l’euforia alimentata dal successo ottenuto domenica nel derby con la Juventus, sono rimasti spiazzati nel primo tempo dalla verve di un Palermo concentrato e sempre sul pezzo ma, come Iachini, anche Ventura ha a disposizione diverse frecce per il suo arco.
Nella ripresa il tecnico dei piemontesi ha indovinato i cambi inserendo El Kaddouri e Maxi Lopez, artefici al 16’ del gol del 2-2 firmato dall’ex attaccante del Catania (e per questo fischiatissimo dal pubblico del Barbera al momento del suo ingresso in campo) con un tocco da distanza ravvicinata su un suggerimento del centrocampista offensivo. Che la strada per la vittoria sarebbe stata in salita, sul fronte rosanero, lo hanno confermato diversi fattori: la sfortuna è una delle componenti ma anche il momento negativo di Dybala in fase realizzativa rappresenta, in questo contesto, una fotografia nitida: clamorosa a metà ripresa l’occasione fallita dal numero 9 che, servito da Belotti (subentrato a Chochev), in spaccata non riesce a porta sguarnita ad inquadrare lo specchio della porta. Il Palermo, comunque, alla fine può tirare anche un sospiro di sollievo perché la premiata-ditta El Kaddouri-Maxi Lopez nel finale aveva confezionato anche il 3-2 ma la rete del centravanti argentino è stata annullata per una presunta spinta dello stesso attaccante ai danni di Vitiello in occasione dello stacco vincente di testa. La ripresa, in generale, ha regalato un’altalena di emozioni che legittima il verdetto del campo.
Il Palermo, intanto, ha annunciato che la gara interna con la Fiorentina sarà dedicata al giudice Giovanni Falcone. Se la Lega Serie A confermerà che il match si disputerà il 23 maggio alle ore 18, giorno che coincide con il 23esimo anniversario della strage di Capaci, il club di viale del Fante per volontà del presidente Zamparini organizzerà una serie di iniziative per riempire lo stadio ricordando adeguatamente la memoria del magistrato, della moglie Francesca Morvillo e degli agenti della scorta. La squadra, inoltre, chiederà di giocare con il lutto al braccio. La data fissata dalla Lega, in ogni caso, fa discutere. Il sindaco Leoluca Orlando auspica un ripensamento e ha preannunciato la volontà di intraprendere delle iniziative di protesta qualora non fossero spostati orario e giorno della partita.
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