«Noi vogliamo cercare di andare in serie A, perché è qualcosa di moralmente dovuto per l’ambiente, ma anche per noi stessi, perché c’è gente che deve riscattare un campionato meno positivo di quello che si pensava». Il tecnico del Palermo, Bruno Tedino, parla così alla vigilia della sfida contro la Virtus Francavilla, valevole per il secondo turno eliminatorio di Tim Cup. Una gara che segnerà l’esordio ufficiale della stagione rosanero, con il campionato che partirà soltanto tra una ventina di giorni. Davanti a un Barbera che sarà semivuoto, da una parte perché si è nel mese di agosto, dall’altra per la contestazione dei tifosi nei confronti di Zamparini che va avanti da diversi mesi, il match contro i pugliesi segnerà anche l’esordio al Barbera di mister Tedino. Quest’ultimo, però, appare concentrato sul raggiungimento degli obiettivi e vuole trasmettere questa grinta anche alla squadra. «Questo deve essere un motivo scatenante e ricorrente – continua il tecnico –. Dobbiamo ricordarci sempre che conquistare qualcosa è difficilissimo. Il percorso sarà arduo e non in discesa, tra l’altro le curve saranno tantissime».
A questo punto, l’allenatore si lascia andare a una metafora, paragonando al Palermo a un cacciatore: «A me non piace la caccia, ma il cacciatore, quando va a cacciare, non sa mai da che parte può uscire la preda. In questo momento una squadra, una società e una città come Palermo è normale che possa trovarsi davanti qualche buccia di banana». E la ricetta che davanti a questa si possa scivolare, secondo Tedino è una soltanto: «La qualità migliore che io conosco è quella di lavorare bene, con grande umiltà, spirito, voglia e desiderio. Vincere un campionato di serie B è difficilissimo, ma non vogliamo avere rimorsi e rimpianti». Sicuramente quella con la Virtus Francavilla è una sfida inedita per i rosanero, ma l’avversario non va certamente sottovalutato: «Fare delle percentuali è sempre molto difficile nel mondo del calcio, perché non sai gli avversari cosa hanno fatto o meno. A noi interessa tantissimo fare la Coppa Italia perché per noi è una vetrina e soprattutto ci permetterebbe, passando il turno, di continuare quei processi lavorativi di difficoltà. Però nella nostra testa la cosa più importante è il campionato, ma questo non deve essere un alibi».
Dopo il ritiro di Bad Kleinkirchheim, la squadra ha continuato ad allenarsi sotto il sole cocente di Palermo, tra le contestazioni e un ambiente poco sereno. Il tecnico ha svelato anche che è cambiato il tipo di lavoro. «Abbiamo cominciato in settimana a fare un lavoro sulla fase di non possesso, perché finora abbiamo fatto soprattutto un lavoro con la palla in fase di costruzione. Nella fase di non possesso siamo riusciti a fare qualche lavoro interessante con gli ingressi di Szyminski, Dawidowicz e soprattutto di Bellusci che può scendere in campo, mentre gli altri due non hanno ancora avuto il visto di esecutività». Proprio l’ingaggio del difensore ex Catania permetterà a Tedino di provare a lavorare su alcune novità: «Con l’arrivo di Bellusci vogliamo provare qualcosa di diverso, non dal punto di vista tattico. Vogliamo capire se riusciamo a dare in tempi brevissimi degli automatismi». Di certo l’ex tecnico del Pordenone avrebbe preferito una tifoseria dalla parte della squadra, mentre la gara di Coppa Italia rischia di essere vista da pochi intimi: «Sono arrivato a Palermo sapendo che c’è sempre stata una tifoseria stratosferica e straordinaria che ha sempre spinto la squadra oltre ogni ostacolo, essendo il dodicesimo uomo in campo e questo lo sa tutta l’Europa. Dispiace che ci possa essere questo tipo d’atmosfera, ma vorrei che quei pochi che verranno allo stadio diano una mano a questi ragazzi che anche con 40 gradi cercano di portare avanti un progetto vincente».
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