Palermo, mister Stellone si presenta con idee e obiettivi chiari «Prendiamo ciò che un anno fa non siamo riusciti a ottenere»

«Sono felicissimo di essere ritornato, insieme allo staff vogliamo ottenere quello che non siamo riusciti a conquistare l’anno scorso». Si presenta così il nuovo tecnico del Palermo, Roberto Stellone, che qualche giorno fa ha preso il posto dell’esonerato Bruno Tedino. Il mister romano è stato alla guida dei rosanero anche nella fase finale dello scorso anno, quando i siciliani persero la serie A nella sciagurata sfida dello Stirpe di Frosinone. Il tecnico è stato presentato dal direttore dell’area tecnica, Rino Foschi, che ha anche spiegato così il cambio alla guida tecnica: «Il cambio d’allenatore non è partito dalla sconfitta. Non eravamo convinti di un certo tipo di lavoro e il mercato ha anche influito. Mister Stellone conosce bene l’organico, conosce anche i nuovi innesti. Sono convinto che lui come allenatore può fare cose importanti e che faremo un gran buon lavoro». La convinzione di Foschi è che il Palermo possa puntare su una buona rosa, anche se lui stesso si dice soddisfatto a metà del mercato e non dimentica di sottolineare le difficoltà economiche da cui si è partiti: «Sono convinto che abbiamo un grande gruppo, migliore di quello dell’anno scorso. Il Palermo soffre da qualche anno. A noi mancano due cose: il gruppo che verrà fuori e il pubblico. Tutti conoscono le difficoltà che ci sono. Servivano 25-30 milioni. Sono contento a metà».

È stato poi Stellone a prendere la parola, che ha spiegato così il suo ritorno: «Mi sento in grado di affrontare tutto ciò. L’anno scorso mi sentivo in grado di raggiungere gli obiettivi, quest’anno abbiamo le carte in regola per riprenderci quello che non siamo riusciti a ottenere l’anno scorso. Devo trasmettere entusiasmo ai giocatori e da come si stanno allenando lo vedo». Il tecnico ha anche parlato della mancata riconferma dello scorso anno, lasciandosi andare anche a una battuta: «Si è scelto di ripartire da Tedino, è stata una scelta fatta non per un ridimensionamento. Non abbiamo parlato di mercato, si è fatta questa scelta. Sono stato a casa a gufare (ride, ndr), ovviamente sto scherzando». L’obiettivo dichiarato è dunque quello di ottenere la promozione diretta, senza passare dai play off: «Vedo il Palermo lassù insieme a Benevento e Verona, possiamo giocare per la promozione diretta. I play off sono un terno al lotto, non sempre la squadra più forte riesce a vincere. Dobbiamo evitarli». E dopo la sconfitta di Brescia, Stellone ha confessato di avere già stilato una sorta di tabella di marcia: «Se vogliamo provare a vincere il campionato possiamo permetterci altre quattro sconfitte, nove pareggi e 17 vittorie, per arrivare a circa 69-70 punti».

Squadra molto simile a quella che il tecnico lasciò lo scorso anno, con qualche volto nuovo: «La squadra – prosegue Stellone – è simile allo scorso anno, anzi in certe zone del campo ci siamo anche rinforzati. Ci siamo rinforzati con Mazzotta, Salvi, Brignoli, Puscas, è tornato Embalo, c’è Haas. La squadra è migliorata». Nessun modulo da cui partire, il tecnico imposterà la formazione di volta in volta in base alla condizione dei giocatori: «Tutti i moduli hanno pro e contro, la differenza la fanno gli interpreti. L’anno scorso abbiamo cambiato modulo più volte, a volte anche a partita in corso. Questa squadra può giocare con tutti gli schemi e non ci sarà un modulo predefinito». Il tecnico, ex attaccante, ha parlato anche della possibile coesistenza di due punte come Nestorovski e Puscas: «Se due o tre attaccanti si mettono al servizio della squadra possono giocare assieme. Se invece pensano a quanti gol faranno durante la partita, non saranno utili. L’attaccante non deve pensare solo ed esclusivamente a segnare, deve aiutare la squadra». Ultima considerazione, senza sbilanciarsi più di tanto, fatta sull’estate paradossale del calcio italiano: «Preferisco non parlarne perché sono stato sanzionato dopo i fatti di Frosinone per le dichiarazioni. Sappiamo tutti cosa penso – conclude Stellone – e credo lo pensino un po’ tutti gli italiani».

Luca Di Noto

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