Come ogni anno, il 22 maggio, e forse anche più degli altri anni, il santuario di Santa Rita, nel convento di SantAgostino, in pieno centro di Palermo, è diventato meta del pellegrinaggio di decine di migliaia di persone. Incuranti del caldo afoso, dellimmane calca, i fedeli della Santa dei miracoli impossibili sono arrivati nellantica chiesa che, 25 anni fa, lallora Cardinale Salvatore Pappalardo ha eretto a santuario. In tempi di crisi, il bisogno di miracoli si fa più pressante e la fede è lunico baluardo certo con le difficoltà della vita.
Fin dal mattino, con la prima messa delle 06,00, i fedeli sono giunti da ogni parte della città per partecipare alla cerimonia religiosa e alla benedizione delle rose. Per tutta la giornata di oggi è prevista una messa ogni ora. Questanno, proprio in occasione del 25° anniversario dellerezione del convento a santuario, nella chiesa è esposta una reliquia di Santa Rita: un frammento di osso del polso sinistro, giunta in città dal monastero delle suore agostiniane di Cascia.
Il programma dei festeggiamenti è iniziato questanno il 4 maggio scorso, con larrivo in città della reliquia, e continuerà domenica 26 maggio con la messa, alle 17,00, e con la processione della statua di Santa Rita, alle 18,00 e con la benedizione finale. Il 30 maggio, alle 10,00, la messa di commiato della stessa reliquia. Per tutto il mese di maggio, inoltre, sarà possibile visitare nel chiostro del convento di SantAgostino una mostra fotografia sulla storia del santuario.
Alle messe della mattina ha partecipato un numero impressionante di fedeli, tanti che la chiesa non poteva contenerli tutti. In molti hanno dovuto attendere la fine delle celebrazioni sulla gradinata daccesso al santuario, con i carabinieri in congedo che regolavano gli accessi per la messa successiva. Allinterno delledificio religioso cera anche unambulanza e unequipe sanitaria pronta a soccorrere quanti ne avessero bisogno. In tanti, infatti, hanno accusato gli effetti del calore e della mancanza di aria.
Tutti con i mazzi di rose che, dentro la chiesa e nel chiostro del santuario, al termine delle messe, sono benedette, come è tradizione, dal celebrante. Uno spettacolo, quando tutti i mazzi sono alzati per la benedizione.
La devozione per santa Rita è fortemente radicata anche a Palermo, sfociando talora anche nella creduloneria, tanto che a marzo, quando centinaia di persone credettero di vedere apparizione su un campanile della chiesa della Mercede, nel mercato del Capo, a poche centinaia di metri dal santuario agostiniano, molti identificarono quellimmagine proprio con Santa Rita: in ogni caso, è una venerazione intensamente popolare, ma pure decisamente molto trasversale, perché tocca tantissime persone di ogni livello culturale e ceto sociale.
Sono centinaia le persone che ogni settimana frequentano le messe dei 15 giovedì che precedono il 22 maggio, giorno dei festeggiamenti in onore della Santa, e molte sono le donne che indossano una tunica simile a quella delle monache agostiniane. In centinaia, a marzo, avevano pensato a unapparizione della Santa di Cascia.
A Santa Rita i fedeli chiedono di intercedere per un miracolo per risolvere i problemi più svariati: la mancanza di un lavoro, la salute, la pace in famiglia. Miracoli mai concessi da altri santi. Per questo Santa Rita è chiamata la Santa dei miracoli impossibili; e tanti vogliono esprimere la gratitudine per una grazia ottenuta per la sua intercessione.
Tantissimi anche i turisti che hanno potuto immortalare con le loro macchine fotografiche lespressione, in qualche modo anche folkloristica, della devozione dei palermitani verso i Santi e verso Santa Rita in particolare. A garantire lordine e la regolarità del traffico nelle vie adiacenti il santuario e in tutta la zona intorno al teatro Massimo, decine di agenti di polizia municipale e di carabinieri.
Un trionfo di fede, insomma, e di abusivismo. Quella di oggi, infatti, è una giornata particolare per i fedeli e per le centinaia e centinaia di venditori ambulanti di rose che, oggi, hanno potuto fare grandi affari, visto la fiumana di gente. Bancarelle protette da ombrelloni e venditori che giravano per strada per vendere i loro mazzi di rose. I prezzi oscillavano: qualcuno ne vendeva 7 per cinque euro, altri ne davano 10 per la stessa cifra.
Venditori di tutte le età, cera anche qualche ragazzino in età scolastica a girare per le strade tentando di vendere le sue rose, e di tutte le razze: facce asiatiche, nordafricane, gomito a gomito con i loro colleghi palermitani.
Tutto sotto gli sguardi tolleranti di vigili urbani e carabinieri che, forse perché intenti a controllare il traffico e la sicurezza dei fedeli, per un giorno, hanno messo da parte la lotta allevasione commerciale, allillegalità diffusa e le misure dellamministrazione per contrastare linvasione dei gazebo e i troppi decibel della movida. Ma, tantè, giornate che sono
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