Palermo, Lupo candidato a sindaco?

“Vuoi vedere che, alla fine, il candidato a sindaco di Palermo del Pd sarà il segretario regionale del partito, Giuseppe Lupo?”. L’interrogativo, pronunciato un po’ come una battuta e un po’ come una possibile-mezza verità, circola da venerdì sera. E, precisamente, da quando si è conclusa la riunione dei vertici del Partito democratico andata in scena, per l’appunto, venerdì scorso. Naturalmente a Palermo.

Riunione appassionata e tormentata. Quattro ore di confronto, dalle diciassette alle ventuno. Con le critiche che ormai non si risparmiano al giovane segretario regionale del Pd, il già citato Lupo, ‘reo’, secondo tanti esponenti del partito, di aver “incasinato” il segretario nazionale, Pier Luigi Bersani, che già di casini (intesi come bordelli politici e non come case d’appuntamento o, peggio, come accenni al leader dell’Udc), dalle parti di Roma, ne ha già tanti.

A Lupo si rimprovera – e forse il rilievo non è troppo campato in aria – di avere coinvolto Bersani nella gestione, che si sta rivelando un po’ maldestra se non disastrosa, della candidatura a sindaco di Palermo di Rita Borsellino. Sarebbe stato Lupo, a quanto si racconta, a convincere Bersani a lanciare la candidatura della Borsellino come una ‘cosa’ del Pd.

Si pensava – tutti lo pensavano – che Lupo avesse, come dire?, i ‘cani attaccati’. Invece i cani erano – e sono – liberi. E, tanto per gradire, non hanno esitato ad ‘assicutare’ e, soprattutto, a ‘mordere’ la carne viva del Pd, a cominciare proprio da quella del segretario nazionale Bersani.

La Borsellino, è noto, è ben felice di candidarsi a sindaco di Palermo con l’appoggio di tutta la sinistra, compreso il Pd. Ma si rabbuia appena sente parlare di accordo con il terzo polo.

Quando da Roma Bersani lancia la candidatura della Borsellino pensa, con molta probabilità, che nel ‘pacchetto’ ci sia anche l’accordo Pd-terzo polo. Le cose, però, non stanno così e adesso la terribile Rita sta facendo letteralmente impazzire le ‘volpi’ del Pd siciliano, al secolo Antonello Cracolici, potente e propotente capogruppo del partito all’Ars, e Giuseppe Lumia detto Beppe, parlamentare nazionale di questo partito.

Ricordate la celebre favola di Jean de la Fontaine (ma anche di Esopo e Fedro)? Un corvo ha rubato un pezzo di formaggio che tiene stretto con il becco. Raggiunto un albero, se ne sta comodo su un ramo pronto a gustarsi il ‘pranzetto’. Passa una volpe che ha tutta l’intenzione di papparsi il boccone prelibato del corvo. Come? Adulandolo. Che bell’uccello!, gli dice. Che bel piomaggio! Che bel becco! Chissà se la sua voce è bella come le sue fattezze? Il corvo, che doveva essere un po’ minchione, cade nel tranello: apre il becco per far sentire alla volpe il suono della sua voce. Così facendo, però, senza rendersene conto, lascia cadere a terra il pezzo di formaggio. E la volpe se lo pappa.

Una scena simile sta avvenendo nel Pd. Con una ‘piccola’ variazione nel finale. Dopo la candidatura lanciata da Bersani, Cracolici e Lumia hanno provato ad adulare la candidata a sindaco: brava, bella, unica, ottima e bla bla bla. Solo che la Borsellino, prima di aprire bocca, ha depositato accuratamente il pezzo di formaggio nella cavità di un grande ramo. Per rispondere, risponde (per le rime, tra l’altro). Ma il formaggio è ‘salvo’. Così, giù, le due ‘volpi’ del Pd – Cracolici e Lumia – sono rimasti a pane e olive. Andati per fregare, sono rimasti fregati. Un dramma, per i due politici che pensano di essere furbi.

I due, da quando la Borsellino gli ha detto che non andrà mai con il terzo polo, sono messi che corrono con una mano davanti e una dietro, non sapendo più come fare per difendere il governo regionale di Raffaele Lombardo verso il quale la stessa Borsellino non nutre proprio sentimenti d’amore (anzi…).

Così le ‘volpi’ del Pd siciliano sono molto adirate con Lupo. Così, tra una polemica e l’altra, visto che il casino lo ha creato Lupo, beh, è lo steso Lupo che adesso lo deve risolvere. Come? Candidandosi a sindaco di Palermo. Una candidatura, la sua, che unificherebbe tutto il partito, compreso l’Opus Dei, la ‘prelatura’ che nel capoluogo siciliano, ormai, ‘fricchettoneggia’ a sinistra (Lupo, per la cronaca, è vicino all’Opus Dei: quindi…).

Allora avremo Lupo candidato a sindaco di Palermo? Non subito, però. Magari a fine dicembre. O ai primi di gennaio, non si sa se prima o dopo l’arrivo della Befana. Anche perché se le cose di dovessero mettere male anche con il terzo polo, Cracolici & company non avrebbero alcuna intenzione di lasciare il campo del Pd nelle mani di Davide Faraone, che ormai sparge a piene mani il ‘verbo’ del sindaco ribelle di Firenze, Matteo Renzi, in Sicilia.

Già, il terzo polo. Che, ‘ripudiato’ dalla Borsellino, potrebbe ‘chiudere’un accordo con il Pdl. Per candidare chi? Il nome sarebbe quello di Roberto La Galla, apprezzato radiologo, già assessore regionale alla Sanità e oggi Rettore dell’Università di Palermo. Negli ultimi giorni La Galla avrebbe fatto la spola tra Palermo e Roma (e anche la spola tra terzo polo e Pdl).

Accetterà, La Galla? Se sì, si sancirà la rottura tra Pd e terzo polo, almeno a Palermo. E a quel punto il Pd, per non restare fuori dai giochi, dovrebbe avere un proprio candidato. Che, appunto,potrebbe essere Lupo.

 

 

 

 

Redazione

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