Un’occasione da non perdere per far ripartire l’economia e incentivare l’amore per la Sicilia, non solo nei turisti ma negli stessi siciliani. Il recente riconoscimento dell’Unesco dell’tinerario arabo-normanno e delle cattedrali di Cefalù e Monreale se sfruttato a dovere potrà rappresentare la medicina migliore per uscire dalla crisi. A pochi giorni dal nulla osta da parte dell’agenzia dell’Onu, a commentare le opportunità che si presenteranno per Palermo e la Sicilia è l’assessore regionale al Turismo, Cleo Li Calzi. «Questo riconoscimento arriva in un momento particolare per la nostra regione – dice – e ci mette davanti a una serie di oneri. Se riusciremo ad assolverli ci garantiranno un ritorno e una crescita fondamentale in tutti i settori».
A riprova di come l’attrattività insita nel marchio Unesco sia riconosciuta a livello universale. «Con l’inserimento nella World Heritage List dell’itinerario arabo-normanno e delle due cattedrali – continua l’assessore – il numero di siti siciliani sale a dieci, tra realtà materiali e immateriali. Adesso è venuto il momento di riuscire a valorizzarli da un punto di vista non solo culturale. Dobbiamo sfruttare la vera risorsa che caratterizza la nostra regione: il turismo. Un settore che potrebbe rendere molto di più di quanto non fatto fino a oggi». Le opportunità in campo turistico, però, sembrano scontrarsi con la reticenza di chi – si pensi alle polemiche nate intorno alla pedonalizzazione delle aree interessate dal riconoscimento – sembra poco predisposto al cambiamento. «Avere dei siti patrimonio dell’Unesco significa sapere che quei luoghi diventano importanti a livello universale – aggiunge Li Calzi -, a questo quindi deve seguire anche un atto di responsabilizzazione da parte di chi questi siti li vive tutti i giorni».
Per l’esponente della giunta Crocetta, allora, «le polemiche in merito ai percorsi pedonali fanno pensare, se consideriamo che noi siciliani quando andiamo in vacanza siamo pronti ad abituarci alle condizioni che troviamo, mentre poi diventiamo restii ad accettare di non poter parcheggiare davanti al luogo che vogliamo raggiungere. Creare isole pedonali e puntare sui trasporti pubblici – prosegue l’assessore – è alla base della vita dei centri storici e dei luoghi turistici. È giunto il momento che anche la Sicilia e i siciliani lo comprendano».
Per fare ciò bisognerà, però, creare le condizioni affinché cittadini e turisti possano usufruire con comodità ed efficienza dei servizi necessari a valorizzare i siti. «Serviranno investimenti, puntare sui servizi pubblici e le navette – spiega Li Calzi -. In tal senso l’obiettivo è quello di sfruttare i fondi europei 2014-2020 ed è ciò che abbiamo pianificato con una delibera di giunta dello scorso marzo. Si tratta delle linee strategiche e di indirizzo politico per la programmazione dello sviluppo nei prossimi anni, un documento – specifica l’assessore – che non vuole essere solo un insieme di buone intenzioni ma un piano ben articolato». Fondamentali i concetti di sinergia e rete. «Sarà essenziale lavorare in questa direzione – sottolinea -. Creare aree di interesse che abbiano al centro i siti Unesco potrà dare l’opportunità di estendere il ritorno in termini turistici, abbracciando altri luoghi importanti della nostra terra e facendo sistema tra i diversi settori dell’economia».
Di questo e altro ancora si discuterà già a partire da oggi con una riunione del comitato di pilotaggio che vedrà la presenza dei rappresentanti dei comuni interessanti dal riconoscimento dell’Unesco: «Ognuno, a qualsiasi livello, sarà chiamato a fare la propria parte. Tanto la Regione quanto i Comuni, ma anche i cittadini» conclude Li Calzi.
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