Affinché nulla cambi dobbiamo far sì che tutto cambi. E la citazione gattopardesca torna spesso di moda, d’attualità. Al Palermo, infatti, tutto doveva cambiare, ma nulla è cambiato. Il club di viale del Fante resta nelle mani di Maurizio Zamparini che affida al sito ufficiale della società il suo sfogo: «Stanotte non ho dormito – ammette il presidente –. Dopo tutto ciò che è accaduto, sento la necessità di dire quello che penso come uomo e come imprenditore. È veramente sconcertante come la stampa descriva una persona di 76 anni, che vuole fermamente da tempo, anche se con grande rammarico, lasciare il calcio». L’imprenditore friulano difende quello che finora è stato il suo lavoro e dice la sua anche sulla proposta presentata da Baccaglini e soci: «Una persona che ha dato non solo il proprio patrimonio, ma soprattutto il proprio cuore per i colori rosanero e che oggi viene dipinta come un bimbo capriccioso. La proposta del legale di Paul Baccaglini e soci (Integritas Capital) in mio possesso, che sono pronto a mostrare, contiene un’offerta ridicola in quanto (malgrado la valutazione economica iniziale si avvicini a quella reale), viene proposto il pagamento di una somma inferiore in 4 anni, senza previsione di investimenti futuri nel Palermo, né garanzie di solvibilità».
A questo punto, lo stesso Zamparini chiarisce quelli che sono alcuni punti dell’accordo tra le parti siglato lo scorso 24 febbraio, come quello in cui si stabilisce che Paul Baccaglini, in qualità di socio fondatore ed esecutivo di Integritas Capital fosse interessato a finanziare l’acquisizione del cento per cento delle quote del Palermo e la costruzione dei nuovi impianti, stadio e centro sportivo. «Nell’improbabile eventualità – prosegue la nota – che Paul Baccaglini non onorasse il pagamento dei fondi concordati al punto due entro la data stabilita (il famoso 30 aprile scorso passato ormai da un paio di mesi, ndr), Paul Baccaglini si impegna a rassegnare le dimissioni da presidente, a meno di accordi diversi siglati in forma scritta dalle due parti». E sì, perché a tutti gli effetti il trader di Chicago dallo scorso 6 marzo è ancora il presidente, ma non il proprietario, del Palermo. Stavolta però non è arrivata nessuna proroga alla nuova scadenza del 30 giugno, con i fondi attesi da Zamparini che non sono arrivati.
«È chiaro che io ritenevo Paul Baccaglini ed Integritas credibili – continua Zamparini – in base alle informazioni prese dai miei legali. È chiaro che sino ad oggi sono state spese da Baccaglini tante parole e promesse. Nella proposta fatta ieri sera, invece, in totale spregio di quanto sottoscritto il 24/2/2017 e valido sotto il profilo legale, non si parla affatto del finanziamento necessario allo sviluppo del club né a quello relativo agli impianti sportivi». Lo stesso patron friulano passa poi a snocciolare alcuni dati economici: l’accordo prevedeva un impegno per 150 milioni di euro, 40 da investire nel club e 110 per gli impianti sportivi. La mancata conclusione dell’accordo non è dovuta però alla valutazione del club, ma alla mancanza di garanzie per tifosi e città. Zamparini poi invita il sindaco Orlando a una proficua collaborazione e promette al primo cittadino di metterlo a conoscenza di tutti i documenti necessari in suo possesso. «Malgrado tutto quanto, malgrado un gruppo di persone chieda la mia uscita, sono costretto, per amore e competenza, a proseguire il lavoro necessario alle strutture del club per ritornare in serie A».
È però qui che il vecchio e nuovo patron stupisce, con le motivazioni ritrovate: «Penso con soddisfazione di aver trovato le persone giuste per ripartire, penso che abbandonare la società a se stessa sarebbe un delitto nei confronti della città di cui sono con orgoglio cittadino onorario: se lasciassi nelle mani di gente senza competenza sarebbe la rovina. Mi dispiace che quella frangia di tifosi che mi contesta non mi conosca affatto come persona: io voglio bene anche a loro; anche loro sono tifosi, nonostante io detesti la violenza anche verbale. Sono sempre a loro disposizione quando vogliono per un confronto leale». Le porte nei confronti di Baccaglini non sono definitivamente chiuse, ma il patron adesso sta cercando altri compratori: «Mi stanno avvicinando altri interlocutori, ma l’immagine di contestazione non viene capita e li allontana: Palermo non è quella delle parolacce e degli insulti. Palermo è di quella tifoseria di cui andavo orgoglioso, una delle più civili e rispettose d’Italia».
Infine, la nota si conclude con una dichiarazione d’amore nei confronti dei tifosi e della città: «Conservo ancora la lettera del presidente della Sampdoria Garrone che, in occasione di una partita decisiva per la qualificazione in Champions League a Palermo, si complimentò per la gentilezza e cortesia dimostrata nell’accoglienza dei suoi tifosi. Quella è la tifoseria di cui andavo fiero, quella è l’immagine che ho conosciuto della Palermo vera». La volontà è quella di ricucire con la tifoseria e Zamparini in tal senso sembra quasi tendere la mano per fare pace: «Scusate il mio sfogo, ma penso serva chiarezza. Ed io sono un uomo trasparente che, per questo, può ad alcuni dare fastidio. Grazie Palermo di esistere. Grazie per avermi sopportato come presidente. Vi voglio bene». Intanto, in attesa di conoscere le verità di Baccaglini, arriva la replica del sindaco Orlando: «La città e i tifosi meritano rispetto e meritano di conoscere la realtà dei fatti, di sapere quale sia il reale stato della più volte annunciata cessione della società. La città e i tifosi meritano di sapere quali prospettive si stanno costruendo per lasciarsi alle spalle al più presto la memoria di un campionato triste e rilanciare il Palermo in serie A. Per questo chiedo a Maurizio Zamparini e Paul Baccaglini di incontrarsi, di incontrarci insieme per verificare lo stato dei fatti».
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