Palermo, lettera aperta di Zamparini a Riscossione Sicilia Pignorati ai rosa circa 200mila euro per fatti relativi al ’94

«Egregi signori dirigenti di Agenzia Entrate e Riscossione Sicilia, metto sul nostro sito questa lettera aperta poiché desidero che la gente sappia come è condotto questo Paese gestito da una burocrazia finanziaria contro i cittadini e le società che producono ricchezza ed entrate per la Regione Sicilia». Comincia così la lettera aperta che il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, ha voluto indirizzare ai dirigenti dell’Agenzia delle Entrate e Riscossione Sicilia in merito a un pignoramento di circa 200mila euro per un contenzioso scaduto. «La Riscossione Sicilia – prosegue Zamparini – ha effettuato un pignoramento per circa € 200.000 sui conti correnti del Palermo Calcio presso Unicredit, per un contenzioso relativo agli anni 93/94, ereditato dalla gestione Sensi, contenzioso che a detta dei miei commercialisti mi dicono scaduto nei termini e perciò pretestuoso e non dovuto».

«Ma questo ha poca importanza – continua la lettera –: ha importanza che un pignoramento presso una banca provoca una totale segnalazione sul sistema con danni notevoli per la gestione societaria e di immagine. Il tutto nei confronti di una società che è uno dei maggiori contribuenti delle entrate fiscali della Regione Sicilia. Infatti dai dati rilevati la società Palermo Calcio ha durante gli anni della gestione Zamparini, dal 2002/2003 a oggi, versato come imposte la cifra di 265.072.738,01». Il presidente, palesemente arrabbiato, non ci sta e allega un allegato nel quale è possibile constatare che la cifra versata alla Regione Sicilia relativa alla stagione 2015/16 è di quasi 25 milioni di euro. «Allora mi domando: ma come fate a maltrattare, fra l’altro ingiustamente, una società che tanto produce per le entrate regionali? Cosa succederebbe se il Palermo Calcio chiudesse per vostra colpa, provocando perciò per colpa vostra un danno irreparabile alle entrate regionali?».

Ne ha per tutti Zamparini e continua nella sua lettera per fare chiarezza e per attaccare chi, a detta sua, vorrebbe «distruggere senza guardare davanti o dietro, senza motivazione ma con la rabbia ed il potere di chi anche se distrugge rimane impunito. I cittadini, la gente, devono sapere e ricordarsi quando è chiamata alle urne la realtà dei fatti: la politica ci lascia tutti i giorni nelle mani di persone irresponsabili e impunibili». Le parole del numero uno del club di viale del Fante sono certamente molto dure e la lettera si conclude con un attacco alle istituzioni: «Non abbiamo più quasi nessuna istituzione dello stato amministrativo che ci difende: unica speranza non rimane che l’unico potere che può difenderci, la Magistratura, così come ha fatto con Tangentopoli, lo faccia oggi con Fiscopoli. Noi tutti sudditi ci sentiamo di fronte a questa gestione statale indifesi e disperati: Voi che avete il potere per farlo aiutateci a farci riavere i nostri diritti!».

Luca Di Noto

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