Esiste la categoria del suicidio politico ed elettorale? A Palermo, sì. Un esempio lo stiamo vivendo in diretta: è il ‘suicidio’ di Sel, il partito di Nicki Vendola. Che, in occasione delle prossime elezioni comunali, ha scelto di sparire. E, come vedremo, di privare il prossimo consiglio comunale del capoluogo della Sicilia di rappresentanti della sinistra. Un ‘regalo’, insomma, fatto al Pd. Che, per l’appunto, nella prossima assemblea di Sala delle Lapidi, la sede del consiglio comunale di Palermo, non avrà alcun partito alla propria sinistra.
Perché scriviamo questo? Per un semplice calcolo aritmetico-elettorale. Ieri sera abbiamo analizzato gli effetti che la nuova legge elettorale avrà sull’elezione dei sindaci. E abbiamo scritto che non ci sarà più l’effetto di ‘trascinamento’. Mentre con la vecchia legge chi votava una lista e non esprimeva il voto per il sindaco, di fatto, votava per il candidato a sindaco collegato alla lista, con la nuova legge non è più così. L’elettore, se vuole votare uno dei candidati a sindaco, deve apporre la croce sul candidato. Con la nuova legge, insomma, il voto per il candidato sindaco da implicito diventa esplicito.
Vediamo adesso che succede alle liste per il rinnovo dei consigli comunali. E, in particolare, per il rinnovo del consiglio comunale di Palermo. I seggi disponibili a Palermo sono 50. Per potere avere propri rappresentanti a Sala delle Lapidi, ogni lista dovrà superare lo sbarramento del 5 per cento. Grosso modo, una lista, per eleggere propri rappresentanti al consiglio comunale di Palermo, dovrà prendere almeno 17 mila 500 voti. Raggiungendo questo numero dovrebbe avere diritto a tre consiglieri comunali.
Il quorum non è basso. E le liste – così si dice – saranno tante: da sedici a diciotto. Competizione molto spinta e, come già accennato, sbarramento del 5 per cento. E’ in questo scenario che si inserisce il ‘suicidio’ in diretta di Sel. Il partito di Vendola, alle discusse primarie del 4 marzo, era schierato con Rita Borsellino. Qualche giorno fa ha deciso di appoggiare Fabrizio Ferrandelli.
Se Sel fosse rimasto con il ‘cartello’ delle sinistre – Rifondazione comunista e altri soggetti – tutti insieme avrebbero avuto grandi possibilità di superare il 5 per cento. Ora, a quanto si dice, Sel presenterà una lista con dentro anche candidati vicini a Fabrizio Ferrandelli. Con questa lista, Sel molto difficilmente raggiungerà il 5 per cento. E se dovesse raggiungere il quorum, è probabile che a risultare eletto non sia un esponente di Sel, ma un candidato vicino allo stesso Ferrandelli.
Sel -partito che fino a qualche settimana fa era ben lanciato – oggi sembra finito in un binario morto. Un ‘suicidio’ politico ed elettorale, insomma. Anche perché, nell’assemblea del partito celebrata qualche giorno fa, la base era in rivolta contro una decisione che, a quanto pare, sarebbe stata presa da Vendola in persona.
La scelta di Sel avrà effetti negativi nell’altra lista della sinistra: la lista della federazione della sinistra, con Rifondazione comunista. Noi ci auguriamo di essere smentiti ma, sul piano ‘tecnico-elettorale’, per la lista della federazione della sinistra non sarà semplice raggranellare 17 mila e 500 voti. Lo ripetiamo: federazione della sinistra e Sel avrebbero avuto buone possibilità di raggiungere e, forse, di superare il 5 per cento, intercettando, ad esempio, il voto della base del Pd contraria in maggioranza all’alleanza del proprio partito con Lombardo.
Qual è la morale di quest’analisi. Una soltanto: che per motivi che ci sfuggono Vendola ha fatto un grande ‘regalo’ al Pd. Non tanto per i voti che Sel di Palermo porterà in ‘dote’ a Ferrandelli, che non saranno molti, perché la base di questo partito, come già accennato, non sembra in sintonia con lo stesso Ferrandelli. Il ‘regalo’ che Vendola ha fatto al Pd consiste nell’aver creato le condizioni affinché nel prossimo consiglio comunale di Palermo non ci siano rappresentanti della sinistra.
foto di Vendola tratta da goodmorning wordpress.com
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