Il post-Foschi ha un nome e cognome. Il nuovo direttore sportivo del Palermo è Daniele Faggiano. Il «matrimonio» con il club rosanero è stato ufficializzato dall’ormai ex ds del Trapani che, attraverso il sito della società granata, ha spiegato le ragioni per le quali ha maturato questa scelta. «È stata una decisione sofferta – ha ammesso Faggiano – dopo i tanti anni trascorsi qui e lo splendido rapporto instaurato con la famiglia Morace. Una scelta che faccio dopo avere rinunciato a proposte che mi sono venute da Società che militano nella stessa categoria del Trapani, ma quella di una Società di serie A con una storia importante come il Palermo mi è parsa, in questa fase della mia carriera professionale, irrinunciabile».
Per Faggiano, che da domani inizierà la sua avventura con il sodalizio di Zamparini, è pronto un contratto biennale. Ma chi è il nuovo ds del Palermo? È di fatto il principale artefice del miracolo Trapani. Un dirigente che in questi anni è riuscito con ottime intuizioni e senza grandi risorse economiche a sua disposizione a scrivere pagine prestigiose nella storia del club granata con cui nella passata stagione ha sfiorato la promozione in serie A. Sulla sua parabola professionale ha lasciato il segno l’impronta del suo mentore Perinetti. Faggiano è cresciuto sotto le ali protettive dell’ex responsabile dell’area tecnica del Palermo di cui è stato braccio destro prima a Bari (club che poche settimane fa era sulle sue tracce prima che venisse ufficializzato Sogliano) e poi a Siena.
A Palermo, Faggiano troverà un contesto lavorativo totalmente diverso da quello in cui operava a Trapani. Il neo-dirigente rosanero, abituato alla gestione «morbida» della famiglia Morace, sarà chiamato a confrontarsi con un presidente vulcanico come Zamparini e, in chiave mercato, dovrà intervenire con una certa urgenza dovendo in pratica ricostruire una squadra priva di almeno 5-6 tasselli. Sarà una sfida stimolante che Faggiano affronterà con grandi motivazioni ed entusiasmo. Il dopo Foschi è già iniziato. Con il dirigente romagnolo va via anche il capo degli osservatori Giuseppe Corti la cui presenza era legata a doppio filo all’insediamento dell’ormai ex ds rosanero.
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