Palermo, il film dell’anno 2016 Dalla salvezza ai record negativi

Un anno tribolato. Intenso ma complicato e pieno, forse troppo, di colpi di scena. Il 2016 del Palermo si può riassumere così, con pochi aggettivi che però rendono bene l’idea di quanto siano stati ricchi di eventi questi 365 giorni a tinte rosanero. L’anno del Palermo comincia con la brutta sconfitta interna contro la Fiorentina, dopo la quale arriva il successo in casa del Verona. Qui il primo scossone dell’anno, con il capitano della squadra Sorrentino che esonera in diretta tv il tecnico Davide Ballardini. Per la gara successiva contro il Genoa, Zamparini annuncia Barros Schelotto che sarà in tribuna, ma a sedersi in panchina è Fabio Viviani. La panchina del Palermo ha le porte talmente girevoli che non si finisce mai di cambiare: Schelotto non ha il patentino, così a guidare nella pratica la squadra sono nell’ordine Bosi, Tedesco e poi ancora Bosi. Dopo il ko interno con il Torino, Schelotto rassegna le dimissioni e Zamparini richiama Iachini, il cui interregno dura solo tre giornate.

Anche il tecnico di Ascoli Piceno, infatti, si dimette e a questo punto arriva Novellino, unico allenatore a non essere mai stato esonerato dal patron friulano, record che va in frantumi dopo quattro turni. Nel corso della gara contro la Lazio i tifosi lanciano in campo fumogeni e costringono il Palermo a un turno a porte chiuse. Per il finale di stagione, Zamparini richiama ancora una volta Ballardini che accetta nonostante a cacciarlo qualche mese prima sia stata proprio la squadra. Nelle ultime gare, però, i siciliani tirano fuori il carattere e grazie ai successi contro Frosinone, Sampdoria e Verona e al pareggio esterno contro la Fiorentina, ottengono un’insperata salvezza, superando di un punto il Carpi in classifica. In estate il Palermo perde diversi pezzi pregiati: capitan Sorrentino torna al Chievo, Gilardino abbandona e si accasa con l’Empoli e il Mudo Vazquez va in Spagna al Siviglia. Il mercato in entrata non offre nomi di grido, così i tifosi appaiono già rassegnati in partenza.

A tenere banco alla vigilia del campionato sono le questioni societarie, con l’imprenditore siculo-americano Frank Cascio che presenta a Zamparini un’offerta di circa 40 milioni di euro per rilevare la società. Il patron friulano rifiuta e sostiene di voler trattare con un paio di cordate cinesi che però ancora non sono venute allo scoperto. La stagione comincia con la sconfitta interna contro il Sassuolo, dopo la quale arriva il pari a San Siro contro l’Inter e Ballardini decide di rescindere con la società. Al suo posto arriva l’ex Foggia De Zerbi, che debutta con lo 0-3 contro il Napoli, proseguendo con il pari a Crotone e la vittoria di misura, in extremis, sul campo dell’Atalanta. Il Palermo poi perde in casa contro la Juventus e pareggia in trasferta, venendo ripreso in pieno recupero, con la Sampdoria.

A questo punto succede l’impensabile, con il Palermo che comincia a collezionare record continentali per la stagione in corso: nove sconfitte consecutive contro Torino, Roma, Udinese, Cagliari, Milan, Bologna, Lazio (gara dopo la quale De Zerbi viene sostituito da Corini), Fiorentina e Chievo, portano i siciliani a essere la peggiore formazione d’Europa. L’incredibile striscia negativa viene interrotta dal successo per 3-4 in casa del Genoa e dal pareggio interno contro il Pescara. Il record italiano di sconfitte consecutive appartiene al Brescia (15 ko di fila nel 1994/95) e resta comunque intaccato. La squadra rosanero va però a un passo dall’eguagliare il primato nazionale di sconfitte interne consecutive: i rosa si fermano a otto, a una sola lunghezza da quello che fece il Pescara quattro stagioni fa. Stagione che si concluse con la retrocessione degli abruzzesi. E i tifosi rosa non possono che sperare che l’epilogo sia diverso.

Luca Di Noto

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