Cala il sipario su un 2014 da incorniciare per il Palermo. L’ottavo risultato utile consecutivo lasciato in eredità dalla trasferta di Bergamo (la prima volta in serie A nell’era Zamparini) è l’ultima perla di una collana preziosa costruita nel corso di un anno solare ricco di successi e di soddisfazioni. Mentre scorrono i titoli di coda, prende forma la lista dei premi da attribuire a un film rosanero strutturato con una sceneggiatura da record. L’Oscar come migliore attore protagonista spetta di diritto a Iachini, il principale artefice del rilancio del Palermo nel 2014. Il tecnico marchigiano, subentrato a Gattuso nel settembre 2013, ha avuto il merito di trasmettere subito alla squadra una mentalità vincente e di seguire un canovaccio tattico (il 3-5-2 o 3-4-1-2) funzionale alle caratteristiche dei giocatori a sua disposizione mettendoli nelle condizioni di esprimere al massimo il loro potenziale. Ma, al di là del lavoro tecnico-tattico o psicologico, sono i suoi numeri a legittimare la procedura di incoronazione: i traguardi raggiunti a titolo personale (Iachini è, in termini di punti, il miglior tecnico italiano dell’anno se si considera che meglio di lui hanno fatto solo Garcia della Roma e Benitez a Napoli) si intrecciano con quelli ottenuti dalla squadra che, lo scorso mese di maggio, con cinque turni di anticipo ha centrato la promozione in serie A chiudendo poi il campionato con 86 punti, record assoluto del torneo cadetto.
Un risultato impreziosito da un’altra serie di primati «a cascata» relativi, ad esempio, al distacco dalla seconda in classifica (14 i punti di vantaggio sull’Empoli) passando attraverso il maggior numero di vittorie (25 i successi totali conditi dal record di vittorie interne, 12, e quello delle 13 affermazioni in trasferta), la miglior difesa con 28 gol subiti ed il minor numero di sconfitte (appena 6). La statuetta ricevuta da Iachini continua a brillare anche in serie A. Il tecnico, specialista di promozioni dalla serie B (alla guida dei rosanero ha centrato il quarto salto di categoria, il terzo in qualità di subentrato), in questo primo quadrimestre del campionato è riuscito a staccarsi di dosso l’etichetta di allenatore vincente solo tra i cadetti dimostrando di avere tutte le carte in regola per imporsi anche nella massima serie. Riconoscimento prestigioso garantito in questo caso dall’inversione di rotta del presidente Zamparini che, in perfetta sintonia con una stagione all’insegna dei record, dopo la sconfitta rimediata ad Empoli alla sesta giornata ha saputo contenere il suo istinto tipico del mangiallenatori confermando il suo pupillo alla guida della squadra. Anche il patron, in pratica, ha cancellato la sua etichetta e ha dato continuità a un percorso che, contestualmente, proietta Iachini verso la dimensione di Guidolin e Delio Rossi, gli allenatori finora più longevi nel ciclo rosanero dell’imprenditore friulano. Sullo sfondo del quadro dipinto dai rosa nell’arco di questi dodici mesi spiccano diverse firme d’autore.
È il gruppo il valore aggiunto del Palermo ma, giocoforza, sono state le prodezze dei singoli a dare lustro alla cavalcata trionfale della squadra. Il terzo gradino del podio è occupato da Andrea Belotti: l’attaccante dell’Under 21 è stato uno dei protagonisti della promozione e, nonostante qualche difficoltà in termini di adattamento alla massima serie complice l’esplosione dei colleghi di reparto, pure in A sta dimostrando di potere essere utile alla causa, anche partendo dalle retrovie. La colonna sonora del film rosanero ambientato nel 2014 è scandita, però, dal ritmo di tango argentino. Una melodia coordinata dagli acuti di Franco Vazquez e Paulo Dybala, i giocatori più rappresentativi della compagine di Iachini. Bastano i numeri per osservare i passi da gigante compiuti dai due sudamericani (rispettivamente con cinque e sette gol realizzati nelle 16 giornate di questo campionato, entrambi hanno superato i precedenti record individuali dello scorso torneo di serie B).
Determinante il contributo del tandem argentino. Il Palermo si nutre sia della qualità del Mudo, scommessa vinta da Iachini che nella scorsa stagione è riuscito a rigenerare un giocatore fuori rosa e ormai con le valigie in mano, sia di quella di Paulo. Il purgatorio della serie B ha irrobustito l’attaccante rosanero che nella prima parte di questo campionato ha trovato la definitiva consacrazione meritando, attraverso gol e prestazioni da urlo, la palma di top player e il corteggiamento delle big europee. Dybala tra qualche anno lascerà il Palermo ma, nel contesto di un’analisi orientata verso il segno positivo, la cessione inevitabile della Joya (valutato da Zamparini 40 milioni di euro) va vista come una vitale boccata di ossigeno per la società, reduce da una retrocessione dolorosa anche dal punto di vista economico e costretta ad autofinanziarsi attraverso il meccanismo delle plusvalenze per garantirsi un adeguato livello di sopravvivenza.
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