Palermo, così si fa un favore al centrodestra

Orlando è stato platealmente stigmatizzato ieri sera da Massimo Gramellini a “Che tempo che fa” il programma di Fabio Fazio. Il commentatore, giornalista e scrittore, nonché vicedirettore de La Stampa, molto seguito in tutta Italia, ha dedicato “la frase della settimana” alla topica di Orlando riguardo alla sua stessa candidatura, citando due frasi opposte dell’ex-sindaco di Palermo dette a poca distanza l’una dall’altra. La prima frase di Orlando, riportata da Gramellini sullo schermo, come detta il 22 marzo è “Non mi candido a sindaco di Palermo. L’ho detto in aramaico o i fenicio, i due alfabeti più antichi del mondo”. Subito dopo Gramellini propone la frase detta da Orlando, il 23 marzo: “Mi candido a sindaco di Palermo”.

Non stupisce che il pubblico sbotti in una sonora risata in studio, e probabilmente anche da casa.

“Questo l’ha detto in italiano, continua Gramellini in chiusura di programma, anche perché l’italiano è una lingua meno antica, ma forse più adatta a dire certe furbate”.

Nel sito ufficiale del parlamentare siciliano, italiano ed europeo non c’è ancora una replica sull’accaduto.

Va detto, che la frase di Orlando fu pronunziata durante una conferenza stampa del 9 marzo (non il 22 marzo) e precisamente è stata riportata da più giornali in questo modo: “L’ho detto in lingua aramaica ma anche in lingua fenicia, scelga lei quale preferisce tra i due alfabeti più antichi del mondo. Non mi candido. La nostra candidata rimane Rita Borsellino”.

Rimane anche la sostanza, e cioè un cambiamento d’opinione che lascia perplessi in molti. In effetti, nella conferenza stampa di presentazione della candidatura di due giorni fa (23 marzo), molto tempo è stato dedicato al cambiamento d’opinione dell’europarlamentare siciliano che lo ha a lungo argomentato quale risultato di “primarie inquinate”.

Nel corso della stessa conferenza stampa, Orlando non ha mai citato i candidati del centrodestra, Costa ed Aricò, e si è dilungato molto, complici anche le domande dei giornalisti presenti, sulla battaglia tutta interna al centrosinistra, attaccando soprattutto Ferrandelli.

Quest’ultimo ha notato esattamente questo aspetto della conferenza di Orlando, ed ha dichiarato ieri a Repubblica Palermo:  “Non sembra normale che una persona che si definisce del centrosinistra non accetti le regole e si comporti in maniera così sleale e scorretta al punto che ieri in conferenza stampa non ha nominato una sola volta ne’ Costa ne’ Aricò. Abbiamo voluto tenere i toni bassi ma una risposta va data. È inaccettabile che un esponente del centrosinistra abbia anteposto il suo rancore nei miei confronti al bene della città rompendo il patto con gli elettori”.

Forse dalle parti del centrosinistra palermitano non si conosce il proverbio “Non dire gatto se non l’hai nel sacco”. Sembra che ci si comporti come se la poltrona di sindaco sia ormai un discorso tutto interno ad un centrosinistra “sicuramente” vincente. Ma questo è tutto da vedere. Anzi, si potrebbe addirittura profilare un ballottaggio tra i due candidati del centrodestra, Costa ed Aricò, visto che storicamente l’elettorato palermitano ha quasi sempre optato per il centrodestra per un buon 55-70% a secondo dei temi, dei casi e del momento storico-politico.

L’unica volta in cui il “centrosinistra” ottenne più del 50% dei voti fu nel 1993, quando Orlando si presentò con il suo movimento di allora “La Rete”. Ma La Rete era un movimento fortemente trasversale e raccoglieva anche molti voti centristi che oggi l’Idv, oltretutto ormai separato in due tronconi (uno con Ferrandelli e l’altro con Orlando), non ha.

Allora, Orlando ottenne un quasi-plebiscito con il 75% dei voti. Ma c’è da dire anche che si era nel 1993: all’indomani delle stragi Falcone e Borsellino e di Mani Pulite, in pieno terremoto politico, con Orlando molto più giovane (oggi ha 65 anni allora ne aveva 46). Inoltre, l’avversario era la, politicamente debolissima, Elda Pucci: immolata a sconfitta certa da una moribonda Democrazia Cristiana i cui elettori votarono per il suo partito ed altri partiti di centro e centrodestra che la sostenevano, ma in larga parte scelsero il “quarantenne” Orlando come sindaco, adottando il cosiddetto “voto disgiunto”.

Insomma, un dato certo è che, con la scesa in campo di Orlando, i bookmaker devono cambiare le quote sui probabili vincitori del primo turno, perché a questo punto Aricò (fedelmente appoggiato da Fli e Mpa, ambedue potenti alla Regione siciliana) potrebbe superare Ferrandelli e Orlando che ormai sono in campo separati e in attrito costante, mentre il centrodestra è compatto sulla candidatura Costa.

La nuova puntata della telenovela dal titolo “Elezioni a Palermo, 2012” sarà probabilmente a tema nazionale. Di Pietro si farà trascinare nell’avventura senile di Orlando a Palermo? La cosa presenta problemi organizzativi non indifferenti: formare liste forti che appoggino Orlando a sole sei settimane dal voto non è cosa da poco, soprattutto in questo clima di lotta fratricida nel centrosinistra che si respira in città e sul cui fuoco la candidatura di Orlando di due giorni fa ha soffiato in maniera potente. Intanto i capi dei movimenti del centrosinistra dovrebbero iniziare a mettere un annuncio su tutti i giornali: “Cercasi pompieri. Urgente. Impiego immediato.”

 

Gabriele Bonafede

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