In occasione del Palermo Comic Convention 2019 incontriamo l’attore britannico Kevin McNally, reso celebre sul grande schermo dal ruolo di Mastro Gibbs nella saga di Pirati dei Caraibi. Prima però di parlare dell’esperienza al fianco di Jack Sparrow, chiediamo all’attore del suo rapporto con il cinema italiano. «Amo Nuovo Cinema Paradiso, è un film che mi ha segnato profondamente e lavorare con Giuseppe Tornatore, essere diretti da lui in una scena de La leggenda del pianista sull’oceano per me è stata una esperienza fantastica. Si trattò solo di una scena, peraltro poi rimossa nella versione per le sale, ma fu comunque magnifico essere sul set con un grande maestro del cinema», racconta McNally a Meridionews parlando della propria passione per il cinema italiano. L’attore, classe 1956, ci parla della stima per la regista e sceneggiatrice italiana Liliana Cavani. «Ho amato la tensione drammatica de Il portiere di notte e La pelle – spiega – Cavani è una grande autrice e regista, che mi ha permesso di conoscere Federico Fellini sul set de Il portiere di notte».
«Ammetto che mi è dispiaciuto non avere più lavorato in Italia – rivela McNally – ma se c’è una cosa che ho imparato da Pirati dei Caraibi è che non si può mai sapere quale strada prenderà la carriera di un attore. A 46 anni io mi vedevo sui palchi teatrali, magari sul piccolo schermo. Mondi dei quali facevo parte da molto tempo, non pensavo certo di entrare a far parte di una saga cinematografica dedicata ai più giovani. Recitare come co-protagonista in un grande film internazionale è stato un regalo che la vita mi ha fatto sulla strada della mezza età», confessa parlando del suo percorso attoriale iniziato a 19 anni con una compagnia amatoriale prima di entrare alla Royal Academy di Londra.
Parlando di Pirati dei Caraibi, McNally dice di essere sempre stato un fan dei film di genere piratesco. «Da piccolo guardavo e riguardavo Capitan Blood, ero un fan dei pirati, un genere che mi ha segnato quando, al mio esordio sul palcoscenico, interpretai il personaggio di Jim Hawkins in L’isola del tesoro, ma fino a Pirati dei Caraibi non ebbi mai altri ruoli significativi in questo ambito. Per me entrare a far parte del cast nel ruolo di Mastro Gibbs ha rappresentato un ritorno al passato, alla mia giovinezza», afferma senza nascondere l’importanza della saga nella propria carriera.
«Il mio personaggio è forse l’unico non dotato di abilità uniche e straordinarie, sembra quasi fuori posto rispetto a Jack Sparrow – va avanti McNally -. In realtà il suo ruolo è proprio essere il contraltare normale alla follia del capitano e il suo potere, la sua abilità speciale, è quella di controllare Jack, di mantenerlo concentrato sulle situazioni impedendogli di divagare completamente. Essendo più anziano rispetto alla maggior parte del cast – spiega – sono sempre stato trattato, anche dai fan, come un vecchio zio. Il rapporto con i ragazzi è stupendo, trasmettono grande energia. Sono molto contento del rapporto instaurato con i fan, è magnifico essere riconosciuto per strada dai ragazzi, anche se mi è capitato più volte di essere invitato ad eventi o feste, legate ai film, in cui mi sono ritrovato ad essere l’unico partecipante ad avere superato la trentina», ironizza McNelly.
L’attore parla poi anche della situazione politica nel proprio Paese. «Intendi dire la Brexshit? Secondo me si tratta del più folle atto di autosabotaggio che un Paese sovrano si sia mai inflitto come le proprie mani. Si tratta di una manipolazione da parte di poche persone, principalmente ricche e legate al passato, che non vedono di buon occhio il libero scambio con il continente europeo, si tratta degli interessi economici di pochi milionari che hanno portato avanti una campagna di terrore basata sulla paura degli stranieri e la perdita della sovranità terrorizzando i ceti più deboli della popolazione», è il pesante giudizio di McNally. «Hanno fatto credere i problemi nel mondo del lavoro derivino dall’immigrazione per allontanare le proprie colpe ed è una visione molto deprimente – prosegue -. Io sono di origine irlandese e sono contento di poter mantenere il mio passaporto europeo, perché l’Europa è un valore, un’identità costruita con il sacrificio di moltissime vite».
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