Palermo: come al solito, le commissioni consiliari si riuniscono ogni giorno

Il giorno in cui il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, presentava la propria giunta – questo avveniva nella splendida cornice del Grand Hotel “Piazza Borsa” – lanciava una solenne promessa: le commissioni consiliari avrebbero smesso di riunirsi ogni giorno (cinque giorni ogni settimana, per la precisione). Il vezzo di riunirsi cinque giorni ogni settimana non è casuale ed è dettato, in molti casi, dall’obiettivo, non esattamente nobile, di consentire ai consiglieri comunali di far lievitare le indennità mensili che si mettono in tasca.

Lo diciamo subito a scanso di equivoci: noi non crediamo che le sette commissioni consiliari del Comune di Palermo abbiano la necessità di riunirsi ogni giorno. Sarebbero sufficienti due o, al massimo, tre riunioni ogni settimana (e già sarebbero tante).

Ad ogni buon conto, sarebbe interessante capire, negli ultimi due mesi, quanti atti deliberativi sono stati approvati da ogni commissione consiliare. E se la quantità e la qualità degli atti deliberativi giustifica il ‘grande lavoro’ svolto dalle commissioni consiliari riunite a ripetizione cinque giorni ogni settimana.

Così come sarebbe interessante capire a quanto ammonta il costo che il Comune di Palermo sostiene per pagare le aziende presso le quali lavorano i consiglieri comunali: ai quali, di fatto, lo stipendio, indirettamente, viene pagato dall’amministrazione comunale. E, magari, capire se esiste un legame tra questa storia e la convocazione delle commissioni consiliari cinque giorni ogni settimana.

Insomma: vorremmo cominciare a fare un po’ di chiarezza su un’amministrazione comunale che comincia a presentare qualche ombra di troppo.

Il Natale, per esempio. Con i 400 mila euro stanziati, forse, si poteva fare di più e di meglio. Magari evitando le polemiche di questi giorni. Con rispetto parlando, non ci sembra di aver visto un piano per organizzare al meglio le festività natalizie, già amare per via dell’Imu del Governo Monti. Sotto i nostri occhi è finita, al contrario, una spartizione di risorse che, nella migliore delle ipotesi, avrebbe dovuto evitare certe esclusioni.

Se si doveva dare una boccata di ossigeno a tutti – perché questo si sta facendo con i 400 mila euro – si sarebbero potuti scongiurare certi ‘picchi’ e accontentare tutti, evitando odiose esclusioni.

Ultima nota: il Piano particolareggiato di via Trabucco. Noi abbiamo grande rispetto per il presidente della commissione Urbanistica del Comune di Palermo, Alberto Mangano (che, per inciso, è architetto). Ma noi continuiamo a pensare che, prima di rendere esecutivo il Piano particolareggiato di via Trabucco, sarebbe più corretto attendere il nuovo Piano regolatore generale della città (Prg).

Si dirà: passerebbero anni. Bene: e allora? Perché tutta questa fretta? E che senso ha, visto che dobbiamo scendere nei dettagli tecnici, approvare un Piano particolareggiato con i vincoli scaduti?

A noi, questa storia del Piano particolareggiato di via Trabucco non convince. E, a quanto pare, non siamo i soli ad essere poco convinti, se è vero che l’iter di questo Piano sarebbe stato bloccato dall’intervento di alcune associazioni cittadine e di un’associazione ambientalista.

Noi ribadiamo la nostra tesi: prima di dare il via ai Piani particolareggiati (ricordiamo che non c’è soltanto quello di via Trabucco: ce ne sono tanti altri, uno più discutibile dell’altro!) è giusto attendere il nuovo Piano regolatore generale.

 

 

 

Redazione

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