Nuovo piano regolatore, coro di no Contrari Lipu, Wwf e Confcommercio

Piovono pareri contrari sul nuovo Piano regolatore stilato dai tecnici del Comune di Catania. Dopo Confcommercio, tocca agli ambientalisti di Lipu e Wwf schierarsi contro il documento. «Catania è passata da un numero di abitanti di 400mila nel 1971 ai 293mila del 2011 – scrivono Maurizio Musmeci (Wwf) e Giuseppe Rannisi (Lipu) – Perché allora prevedere nuova edificazione che di fatto porterà ad un aumento dell’offerta immobiliare in una situazione di calo della domanda con il rischio di crollo dei prezzi ed abbandono e degrado di intere aree della città?», chiedono i referenti delle due associazioni. «Il sospetto è che il motivo sia sempre lo stesso, con la grande cementificazione si favoriscono le grandi imprese ed i grandi interessi edilizi». Considerazione condivisa anche da Francesco Sorbello, vice direttore della Concommercio etnea: «La città presenta una consistenza immobiliare (edifici privati residenziali) che nel passato è stata capace di ospitare ben 400mila residenti, tale, infatti, era la popolazione nel 1971. Un fattore che dovrebbe indurre ad un minore utilizzo di nuovo suolo ai fini edificatori e ad un riutilizzo degli edifici esistenti, spesso abbandonati», ha rilevato.

Uno dei punti più contestati è il nuovo volto che assumerebbe il lungomare. «Nel Piano – scrivono gli ambientalisti – si parlerebbe della possibilità di costruire palazzi di 18 piani in uno dei punti del waterfront di maggior pregio. Il lungomare è in gran parte il futuro della nostra città, se continuiamo a distruggerlo anziché valorizzarlo ci sogniamo di fare di Catania un vero centro turistico». Concorde anche Sorbello: «La previsione di edifici sul mare appare una cinta fortificata e un ammasso di cemento che deturpa il contesto ambientale del lungomare ed anche l’ambito urbano limitrofo, piuttosto che riqualificarlo, e genera valore solo per coloro che vi costruiranno». Un progetto che appare incoerente con il più volte annunciato abbattimento degli Archi della marina di via Dusmet che – secondo i detrattori – hanno tolto alla città la vista sul mare nel centro storico.

Invece di soffocare la città con nuove costruzioni, i due presidenti delle associazioni ambientaliste consigliano la demolizione dei palazzi costruiti – senza adeguamenti sismici – nel periodo del boom edilizio per ricostruirli secondo le moderne tecniche. Riferendosi poi alla discussione in sede di Consiglio comunale, parlano di «una fretta che, dopo decenni di latitanza appare quantomeno sospetta». Prendere più tempo, rivedere il piano prendendo in considerazione i pareri finora giunti, questa l’esortazione espressa da Musmeci e Rannisi. «Abbiamo aspettato mezzo secolo per un nuovo Prg. Per averlo trasparente, innovativo e realmente condiviso con la città possiamo aspettare altri sei mesi». Dello stesso parere il presidente di Ascom Catania, Giovanni Saguto: «Non vogliamo metterci di traverso ma contribuire con proposte non strumentali – ha affermato – Premesse per stimolare un dibattito con l’amministrazione e le forze sociali. Crediamo che il Prg debba mettere ordine alla città, senza compromessi».

Dal canto suo il sindaco Raffaele Stancanelli rimanda al mittente le critiche: «I principi generali della proposta di nuovo Prg – ha scritto in una nota – sono decisamente orientati ai temi della sostenibilità urbana e territoriale e pertanto alcune delle considerazioni espresse sono così superficiali da apparire persino incomprensibili, soprattutto in una logica di leale collaborazione che dovrebbe animare il rapporto tra organizzazioni rappresentative di interessi e le istituzioni del territorio».

Difendendo a spada tratta il lavoro dei tecnici, il primo cittadino ha affermato che «obiettivo principale della proposta di Prg è stato ridare qualità urbana a questa città che ha perso ogni attrattiva fornendole quella dotazione di verde, di infrastrutture di trasporto pubblico e di servizi, all’altezza del rango di importante città europea che Catania deve riconquistare». Nemmeno sul lungomare Stancanelli lascia spazio alle critiche: «La scelta degli edifici a torre consente un minor consumo di suolo e quindi una maggior acquisizione di spazio pubblico», ha sostenuto. Poi giunge la stoccata a Confcommercio: «Qualche settimana addietro mi risulta che anche la Confcommercio si era pronunciata in questo senso, mentre ora, invece, spara nel mucchio con considerazioni estranee a ogni logica di serio e costruttivo confronto con gli organi preposti che, fino a prova contraria, operano nell’interesse esclusivo della città. Un’offesa grave – ha commentato nettamente – che fa torto, anzitutto, all’impegno rigoroso di tecnici comunali, dell’Università e anche alla memoria del compianto professore Luigi Arcidiacono che è stato l’anima di questo nuovo strumento urbanistico. Viene da chiedersi perché questa inversione a U, proprio mentre il Consiglio comunale si appresta a esaminare, quattro mesi dopo il vaglio della Commissione, il Prg: qualcuno vuole forse mantenere l’attuale status quo?».

[Foto di SkyscraperCity Catania]

Carmen Valisano

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