Palermo, Arcoleo difende i giocatori rosanero «Attaccamento alla maglia non è mai mancato»

Negli anni ’90, stagione 1995/96 per l’esattezza, ha compiuto un’impresa che ha avuto quasi del miracoloso. La sua squadra passò alla storia come il Palermo dei picciotti, una squadra quasi improvvisata e piena di giovani palermitani che seppe stupire tutti arrivando settima in serie B. Oggi come allora, la squadra era partita in campionato tra lo scetticismo generale, ma se ha stupito qualcuno lo ha fatto in negativo. «Il segreto di quell’annata – spiega a MeridioNews l’ex tecnico rosanero Ignazio Arcoleoè stato un durissimo lavoro in preparazione e la voglia da parte di tutti di dare il massimo e andare al di là delle proprie possibilità. Il grande senso di appartenenza ha fatto sì che dessimo il 300 per cento». La squadra partì senza la fiducia dell’ambiente, un po’ come oggi: «Nessuno credeva in quella squadra, c’era molto scetticismo e non c’erano aspettative. A mano a mano che si andava avanti e i risultati arrivavano, la gente restava sbalordita e si è innamorata dell’espressione di gioco di quei ragazzi, che poi è la mia espressione di gioco».

L’impresa fu ancora più grande se si considera il modo in cui fu allestita quella squadra: «Nella nostra esperienza di allora – continua Arcoleo – giocavamo con lo scetticismo generale perché la squadra era stata costruita con dei giovani palermitani, molti dei quali non avevano mai giocato in serie B. C’era molto pessimismo, in giro si diceva ‘unni va cu ‘dda squadra, unn’agghiri?’».Il segreto è stato soltanto uno: «Il fatto che nessuno si aspettasse niente, per noi è stata un’arma importante. Noi abbiamo stupito con le prestazioni in campo il popolo palermitano e non solo, perché tutta l’Italia parlò di quella squadra paragonandoci all’Atletico Bilbao, composta da giocatori baschi». A poco più di vent’anni di distanza, il Palermo è una delle decadute di serie A, ma guai a mollare fin quando non ci sarà certezza del verdetto: «Finché i numeri dànno speranza bisogna lottare fino alla fine. Solo quando la matematica sentenzierà questo verdetto ci si potrà arrendere. Ma adesso c’è il dovere di crederci ancora fino in fondo».

Quest’oggi i rosa affronteranno la Lazio, squadra in corsa per l’Europa League, in un match che a molti sembra già scritto: «Il Palermo si gioca le residue speranze per poter agganciare, con un’eventuale vittoria, il treno della salvezza. Per la Lazio invece battere il Palermo significa consacrarsi nelle zone altissime di classifica. Credo che vedremo una Lazio protesa all’attacco». Più volte durante la stagione i tifosi hanno accusato i giocatori di scarso impegno, ma Arcoleo difende gli uomini che scendono in campo giornata dopo giornata: «Non credo manchi l’attaccamento alla maglia, perché tutti devono cercare di dare il massimo. Il campionato di quest’anno è stato costellato da errori a vario titolo, il rendimento dei giocatori è stato discontinuo. In ogni partita il Palermo ha perso per errori individuali o per meriti degli avversari. Inoltre tutti i cambi di allenatore non hanno certamente aiutato la squadra a trovare una giusta continuità. Tutto questo ha contribuito a creare confusione».

Quest’anno, complice anche una squadra costruita, a detta di molti, senza obiettivi, lo scollamento tra tifoseria e squadra è stato ancora più evidente che in passato: «Lo scetticismo e il pessimismo – prosegue il tecnico palermitano – si devono superare con l’ardore delle prestazioni, perché se poi cominci a fare risultati i giocatori hanno una molla in più e poi da qui nasce l’entusiasmo. Prestazioni e responsi del campo sono quelli che fanno sì che si parli di te. Puoi fare una grande squadra all’inizio, ma se non fai risultati non vai lontano». Adesso sarà necessario attendere il responso di questo campionato, ma niente va buttato del lavoro fin qui svolto: «Bisogna ripartire da questa stagione, nel senso che bisogna ricostruirsi attorno ai valori che ha questa squadra. I valori di una squadra sono riposti nei giovani che la rappresentano». Per il futuro, inoltre, la risorsa fondamentale saranno i prodotti del vivaio: «In ottica futura bisogna pensare a lanciare in prima squadra i giovani, così da cominciare a fare esperienza per quello che sarà il loro futuro ma anche quello della società. I giovani inoltre sono un valore aggiunto per quanto riguarda l’aspetto economico di un club».

La società negli ultimi anni ha cambiato numerosi allenatori, ma adesso il cambio in atto è a livello dirigenziale: «Mi auguro che la società possa risolvere tutte le problematiche che deve affrontare – continua Arcoleo –. La mia speranza è che l’anno prossimo si possa presentare una squadra costruita per raggiungere gli obiettivi prefissi. L’augurio che faccio a Zamparini e Baccaglini è quello di risolvere i problemi per costruire una squadra che torni immediatamente in Serie A nel caso sciagurato in cui si dovesse retrocedere. Se per caso si dovesse raggiungere la salvezza invece ti auguro di ristrutturare a dovere la squadra per il massimo campionato». Infine, un plauso a chi è stato al timone del club di viale del Fante in questi anni: «Zamparini ha tutto il mio rispetto per quanto riguarda la sua storia con il club rosanero. Apprezzo moltissimo quello che ha fatto e quello che continua a fare, faccio un grande in bocca al lupo ai giocatori e sono molto dispiaciuto di questa situazione. Da tifoso – conclude l’ex tecnico rosanero – mi auguro che questa sia solo una parentesi nella storia di questa squadra, alla quale auguro di tornare ai livelli che merita».

Luca Di Noto

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