Il rendimento confortante tra le mura amiche, sancito dal successo conquistato sabato contro la Juve Stabia, è certamente un aspetto positivo ma era già una prerogativa della squadra allenata da Filippi. Per incidere davvero e compiere dei significativi passi avanti rispetto alla precedente gestione tecnica, il Palermo targato Silvio Baldini deve invertire il trend in trasferta. Dove i rosa hanno ottenuto finora solo undici punti sui 42 complessivi. In questo contesto, la gara in programma oggi (alle 18) a Foggia e valida per la ventisettesima giornata del girone C può rappresentare una svolta nel cammino dei siciliani, a secco di vittorie fuori casa dallo scorso 7 novembre (2-0 sul campo della Fidelis Andria) ma, in virtù di una classifica molto corta nei piani alti con cinque squadre in soli tre punti, ancora in piena corsa per un posto al sole in ottica playoff. L’ostacolo presente questo pomeriggio sulla strada che dovrà percorrere la macchina condotta da Baldini è il Foggia di Zdenek Zeman.
Il 74enne tecnico boemo, uno degli allenatori più esperti della serie C proprio in compagnia dell’attuale timoniere rosanero, è un palermitano d’adozione ma contro la squadra nella quale ha iniziato il suo percorso professionale in panchina (nove anni nel settore giovanile tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta) dovrà giocoforza mettere da parte i sentimenti e focalizzare l’attenzione sulle esigenze dei pugliesi chiamati a risalire la china a quota 33 punti e interrompere un digiuno di vittorie che dura da sette partite con uno score di quattro pareggi e tre sconfitte: «Non sarà un Foggia remissivo, tutt’altro – ha sottolineato Baldini – sappiamo che scenderanno in campo per battagliare e noi dovremo farci trovare pronti a ribattere colpo su colpo. Un giudizio su Zeman? Ha fatto la storia del calcio in Italia, lungi da me pensare di potere essere al suo livello. Quella contro il Foggia non la considero una sfida ma una possibilità che abbiamo noi per vincere in modo da aumentare l’autostima e, dopo quanto abbiamo fatto contro la Juve Stabia, alimentare la fiducia della gente». E a proposito del match giocato sabato contro la formazione campana non è passata inosservata la direzione dell’arbitro stigmatizzata anche dal presidente Mirri («Mi sono stancato di constatare che il Barbera sta diventando un palcoscenico usato dagli arbitri per compiacere il loro protagonismo») attraverso delle dichiarazioni rilasciate all’Ansa. «Mi fa piacere che, nonostante la vittoria, il presidente si sia pronunciato in questo modo – ha ammesso Baldini – è amareggiato e mi ha detto che è un andazzo che dura dall’inizio del campionato. Con queste frasi ha dimostrato che vuole difendere non solo la sua società ma anche il lavoro della squadra e del tecnico».
Il focus, in ogni caso, non deve essere il direttore di gara ma la prestazione della squadra. Che oggi pomeriggio, allo Zaccheria, con ogni probabilità presenterà delle novità tattiche rispetto alle ultime settimane. Baldini, costretto a rinunciare allo squalificato Giron, prendendo spunto dai segnali ricevuti sabato in inferiorità numerica sembra orientato a disegnare il suo scacchiere con una difesa a tre (nell’ambito in questo caso di un 3-4-2-1) schierando Valente e Felici esterni a tutta fascia. Per i due posti al centro della mediana è una corsa a tre che coinvolge Odjer (regolarmente a disposizione dopo il trauma bulbare all’occhio destro con edema retinico rimediato durante il match con la Juve Stabia), De Rose e Damiani. Sulla trequarti sono in pole Luperini e Floriano a supporto di Brunori, arrivato a un solo gol dal suo record di marcature in relazione alla regular season (13 reti con l’Arezzo nel campionato 2018/19 nel quale ai playoff ha intonato altri quattro acuti vincenti) e intenzionato anche contro i rossoneri a cavalcare l’onda alimentata da questo momento d’oro.
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