«Il provvedimento sarà emesso entro 48 ore». Questo ha detto Maria Ivana Cardillo, la giudice per le indagini preliminari del tribunale di Caltagirone, al termine dell’udienza di convalida del fermo del 18enne ivoriano Mamadou Kamara. L’ospite del Cara di Mineo, che resta l’unico accusato per il duplice omicidio di Vincenzo Salvano e Mercedes Ibanez, si è difeso ribadendo la sua innocenza. Se il fermo sarà convalidato scatteranno le misure cautelari, che servono a evitare la reiterazione del reato, l’inquinamento delle prove o la fuga.
«Che ci faccio qui? Voglio tornare a casa», pare abbia risposto Kamara anche davanti alle domande della gip. L’interrogatorio è durato circa quattro ore. Il giovane ivoriano, che è difeso dall’avvocata Giovanna Catania, ha ripetuto la versione dei fatti data al momento del fermo. Riferisce di avere trovato dentro il cassonetto dei rifiuti il borsone con i cellulari, il pc portatile delle vittime e i pantaloni sporchi di sangue. Al termine dell’incontro nessun commento dalla rappresentante dell’accusa Anna Andreatta. Continuano le indagini delle forze dell’ordine sul possibile complice di Kamara. Ipotesi rafforzata dopo alcuni controlli sul cellulare, di proprietà di Solano, ritrovato in possesso dell’accusato. Ad alimentare i sospetti sono due chiamate effettuate, la stessa notte del delitto. Le ricerche si concentrano all’interno del centro di accoglienza di Mineo. Ma, «non si esclude nemmeno la pista locale», afferma il procuratore Giuseppe Verzera, che coordina le indagini.
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