Cè qualcosa di irrazionale nellaffetto che lega i tifosi del Catania a Pablo Barrientos.
El Pitu (il puffo) ieri ha giocato la sua prima partita da titolare nella serie A italiana. Niente di eccezionale, ma unora in campo dopo due anni di panchina, tribuna, allenamenti e sprazzi di amichevoli estive.
Il centrocampista argentino era arrivato nel capoluogo etneo nella stagione 2009/2010, destando immediata curiosità nella tifoseria catanese. Daltronde i colpi li ha sempre avuti. Eppure aspettare Barrientos era come aspettare Godot. Problemi fisici, problemi di fisico. «Va bene il talento, ma è troppo esile per il campionato italiano» assicuravano i sempre bene informati detrattori. Così il piccolo fantasista è diventato per mesi un fantasma, al punto da tornare nel gennaio scorso in Argentina allEstudiantes. Sembrava non dovesse più tornare.
E invece eccolo lì. Alla seconda giornata Vincenzo Montella decide di schierarlo nel tridente dattacco. El Pitu sbuca dal tunnel degli spogliatoi col numero 28 e calamita attenzioni già nel riscaldamento pre partita. La gente in tribuna fatica a crederci «È lui o non è lui?». Lo speaker dà lufficialità. E gli applausi si sprecano. Nessuno ha ancora visto Barrientos al Massimino da titolare: nessun gol, nessun assist. Lo abbiamo cercato e ammirato su Youtube. Ma Barrientos in fondo a Catania non ha fatto praticamente nulla.
Eppure Catania lo applaude. Più degli altri, più del grande ex Jorge Martinez, che tornava per la prima volta allo stadio Angelo Massimino. Barrientos risponde con un accenno di applauso alla curva nord e poi alla tribuna. Gesti timidi, come il carattere del Pitu, che parla poco e dribbla anche le interviste.
Inizia la partita e lui comincia a passeggiare sulla fascia destra. Due tocchi di prima, semplici ed eleganti, quasi a dare conforto alla fiducia incondizionata che gli riservano da anni i tifosi catanesi. La sua gara sta quasi tutta qui. Corre ad un ritmo diverso dagli altri. Ogni volta che tocca palla il gioco del Catania rallenta. In tribuna qualcuno comincia a mormorare: «Così è come giocare in dieci».
Pablo Barrientos resta in campo unora esatta. Al momento della sostituzione El Pitu riceve una pacca affettuosa da capitan Biagianti e si avvia col suo passo lento verso bordo campo. Il pubblico si alza in piedi per applaudire. Misteri del pallone: Catania si coccola questo ragazzo argentino di 26 anni, come se fosse un suo figlio adottivo.
[Foto di Calcio Catania]
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