Più che un percorso a ostacoli, sembra un calvario. È quello che continua a interessare la procedura per l’affidamento del servizio di pulizia negli ospedali siciliani. La gara, che vale complessivamente circa 293 milioni di euro per quattro anni, ha subito un nuovo rinvio. Poche settimane, ma che si vanno a sommare ai fatti accaduti nei mesi scorsi. «Il termine per la presentazione delle offerte è prorogato al 30 marzo in accoglimento delle numerose richieste pervenute a seguito dei mancati riscontri alle richieste di planimetrie ed elenchi personale inoltrati agli enti del Ssr (sistema sanitario regionale, ndr) destinatari dei servizi oggetto di gara», è la comunicazione partita nei giorni scorsi dalla Centrale unica di committenza (Cuc) della Regione Siciliana, l’ufficio che durante l’era targata Rosario Crocetta venne istituito per diventare una sorta di Consip isolana ma che fin qui si è imbattuta in una lunga serie di problemi, più o meno gravi.
Il punto più basso si è registrato nella primavera di due anni fa, con lo scandalo giudiziario determinato dall’inchiesta Sorella Sanità che travolse, tra gli altri, l’ex responsabile della Cuc Fabio Damiani. Condannato in primo grado a sei anni e mezzo per corruzione, Damiani è stato presidente della commissione di gara riguardante l’appalto pluriennale per i servizi di pulizia. Dall’indagine venne fuori una rete di rapporti che avrebbe condizionato l’aggiudicazione dei singoli affidamenti in cambio di utilità di diverso tipo. I risultati della procedura, rimasti congelati per diversi mesi, sono stati annullati un anno fa dalla giustizia amministrativa. Da allora il tentativo di fare ripartire la procedura si è aggrovigliato attorno a una serie di motivi che hanno portato più volte a rivedere i documenti di gara. Tra questi la richiesta da parte di una serie di aziende sanitarie, in un primo tempo non interessate, di essere inserite tra gli enti interessati alla gara per via di contratti che nel frattempo sono scaduti; ma anche una serie di refusi nella compilazione dei disciplinari, compresa la definizione errata delle base d’asta per i singoli lotti.
L’ultima versione dei documenti di gara è stata approvata il 10 febbraio e fissava al 16 marzo la scadenza per presentare le offerte. Il 3 marzo, però, la decisione di concedere altre due settimane alle imprese. «Quando riceviamo sollecitazioni da chi vorrebbe partecipare, operatori che ci evidenziano dei problemi, ci impegniamo a creare le condizioni affinché tutti possano presentare l’offerta», commenta a MeridioNews Antonio Lo Presti, l’attuale dirigente responsabile della Centrale unica di committenza. Sull’origine dell’ultimo contrattempo, la difficoltà a reperire dei documenti, Lo Presti chiarisce che si tratta di interlocuzioni tra le ditte private e le aziende sanitarie. «Quella del decentramento della capacità informativa è una soluzione che si è sempre adottata – cointinua Lo Presti – perché altrimenti si perderebbe ancora più tempo». Dal canto suo, il responsabile della Cuc ammette che non è semplice spiegare i ritardi. «Io non so che difficoltà ci sia a fornire una planimetria, sono documenti che le aziende hanno. Non è la prima volta che riceviamo questo tipo di segnalazioni. Dal canto nostro – conclude – dopo avere fornito alle ditte l’elenco dei contatti degli uffici di ogni azienda, abbiamo sollecitato queste ultime a rispondere alle richieste».
Le gare gestite dalla Cuc, compresa la vicenda riguardante l’appalto per le pulizie negli ospedali, l’anno scorso sono finite anche all’attenzione della commissione regionale Antimafia. Tra i temi trattati dall’organismo guidato da Claudio Fava c’è stato anche quelllo riguardante i regimi di proroga che caratterizzano lo svolgimento del servizio in molti nosocomi dell’isola. Una scelta dettata dall’impossibilità di rinunciare alla pulizia dei reparti e che inevitabilmente sarà destinata a essere replicata fino a quando la Regione non riuscirà ad aggiudicare la gara d’appalto.
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