Ci siamo. Forse. Con oltre mille giorni di ritardo rispetto alla data iniziale per la consegna dei lavori, l’ospedale San Marco nel quartiere di Librino potrebbe vedere definitivamente la luce. Ad aggiornare la tabella di marcia è Paolo Cantaro, direttore generale dell’azienda ospedaliera Policlinico. La stessa che dovrebbe gestire la mega struttura a lavori ultimati. «Sulla base di un atto deliberativo che abbiamo assunto – spiega il dirigente a MeridioNews – sono state concesse alla ditta 230 giornate di lavoro utili a partire dalla conclusione di una conferenza dei servizi che si svolgerà a fine mese a Palermo». Il nodo dell’incontro, previsto negli uffici regionali dell’assessorato all’Energia, sarà quello relativo all’autorizzazione di un cogeneratore.
Sul perché dei ritardi, Cantaro, insediatosi «dalla fine di marzo» ci tiene più volte a precisare, ha la sua chiave di lettura: «Fanno parte della storia d’Italia». Dalla posa della prima pietra alla possibile consegna definitiva è stato un susseguirsi di annunci e passerelle. Nel 2008 l’allora presidente della Regione Raffaele Lombardo con accanto l’assessore alla Sanità Massimo Russo prevedeva 38 mesi per l’ultimazione. Dal quotidiano La Sicilia che il 29 aprile 2012 scriveva «l’ospedale San Marco cresce bene e velocemente» fino al sopralluogo, con tanto di annuncio, di alcuni esponenti della giunta regionale di Rosario Crocetta. «L’impegno è per la primavera del 2014», spiegavano.
Il progetto, del valore originario di 168 milioni di euro, in questi anni ha subito continue modifiche in virtù del riassetto della rete ospedaliera regionale e nazionale. I posti letto sono scesi da 1229 a 460, senza però diminuire i costi. Viene inizialmente previsto un centro d’eccellenza ortopedico salvo poi essere cancellato nel 2009 da una legge regionale. «La sanità subisce profonde modifiche nel suo assetto – analizza Cantaro – ma sono convinto che le ultime applicate a questo ospedale non potranno più essere cambiate».
Tuttavia un nuovo punto interrogativo s’intravede all’orizzonte già dopo la consegna dei lavori. Riuscirà l’azienda universitaria a gestire la struttura nata per sostituire i presidi Ferrarotto, Santa Marta e Santo Bambino? «C’è un disegno di legge parlamentare agli atti per affidare la gestione all’azienda sanitaria provinciale di Catania – replica Cantaro – ma non rientra nei miei compiti fare il programmatore. Penso però che con i giusti finanziamenti anche noi saremmo in grado di gestirlo». La strada che porta all’affidamento all’Asp sembra già tracciata: «Il profilo della struttura ha già importanti pezzi collegati con la medicina territoriale che viene curata dall’azienda provinciale».
Critico il sindacato dei medici Cimo. «Dov’è la programmazione? – si chiede il segretario regionale Riccardo Spampinato – L’azienda Policlinico non ha la forza economica per fare le piante organiche. Anche perché nel frattempo il Policlinico si è allargato costruendo altri padiglioni. Così su due piedi potrei dire che mancano circa 50 milioni di euro». Soldi senza i quali è impossibile reperire medici, infermieri e ausiliari per rendere finalmente operativo il San Marco. «Ci stiamo trasformando da una città che aveva tutti gli ospedali al centro – prosegue nella sua analisi Spampinato – a una che li ha tutti in periferia ma non abbiamo le forze da trasferire». In attesa che si faccia chiarezza sul futuro della struttura, ad averci guadagnato al momento sono i proprietari. Tra cui Mario Ciancio Sanfilippo, editore e direttore del quotidiano La Sicilia ma anche ex proprietario di circa 80 ettari dei terreni su cui sorgerà il nuovo ospedale.
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