Ospedale Piemonte, da Ars via libera a fusione Anche il pronto soccorso sarà assorbito dall’Irccs

Un anno di tempo per salvare l’ospedale Piemonte di Messina. Tanto è occorso all’Assemblea regionale siciliana per approvare il disegno di legge depositato il 28 ottobre 2014 dal deputato azzurro Santi Formica, mirato alla fusione del nosocomio con l’Irccs Bonino Pulejo. Ieri, la fumata bianca e, per il capoluogo peloritano, il salvataggio non solo del pronto soccorso ma dell’intero presidio, ormai integralmente assorbito dall’istituto neurolesi.

«Stando alla normativa nazionale – ha fatto notare Formica, oggi, in conferenza stampa a palazzo Zanca – il pronto soccorso era già chiuso. Ci siamo dati da fare per ottenere una deroga per una città lunga 40 chilometri circa, con 250mila abitanti, che rischiava di restare senza un punto per l’emergenza-urgenza in centro». A sottoscrive il documento, passato con 32 voti a favore, 12 contrari e un’astensione, anche Bernardette Grasso (sempre di Forza Italia), Beppe Picciolo e Marcello Greco (Pdr), Franco Rinaldi (Pd), Nino Germanà (Ncd).

Formica spiega che l’ipotesi di un accorpamento con l’Asp, perorata dal presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, era impraticabili «per ragioni tecniche e politiche»: «A una deroga di questo genere – puntualizza – si sarebbero accodati tutti, non solo in Sicilia. L’unica possibilità era l’Irccs, tanto che questo modello si sta adottando in tutta Italia». Sebbene la denominazione Piemonte si sia estinta, insieme al pronto soccorso, che sarà generale e non di base, sopravvivrà l’intero presidio: «Rimarrà un ospedale per acuti gestito dal neurolesi. Lo ha assicurato in maniera inequivocabile l’assessore Baldo Gucciardi. E un nostro emendamento concede all’istituto la possibilità di stipulare da subito convenzioni con le altre aziende pubbliche sanitarie per avere un aiuto in termini di professionalità».

Ai dipendenti dell’ex Piemonte sarà concesso di decidere se rimanere nell’azienda Papardo, ormai autonoma, o passare alla nuova realtà. Picciolo garantisce che la commissione Sanità vigilerà sulla qualità delle prestazioni e, quindi, sui decreti attuativi. Ci sono 90 giorni di tempo per la loro adozione. Nelle more, l’assessore regionale alla Salute ha annunciato una circolare che detterà al manager del Papardo, Michele Vullo, tempi e modi per il ripristino di tutti i reparti per i quali, nei giorni scorsi, era stato avviato il trasferimento nel presidio a nord della città.

«Nel ddl – precisa ancora Formica – abbiamo impartito delle linee guida molto rigide, selettive, mirate all’eccellenza. Merito dell’impegno corale dei parlamentari messinesi». «Abbiamo realizzato quanto promesso, nella sfiducia generale e in un clima conflittuale. Cambiamo Messina con la forza dell’unione», aggiunge Picciolo, capogruppo del Pdr all’Ars, annunciando che questa alleanza trasversale diverrà un metodo di lavoro per portare avanti altre battaglie. La prossima, «la zona Falcata». E, come rileva Greco, la difesa dei presidi di «Autorità portuale, Banca d’Italia, Camera di commercio».

«La sana trasversalità serve a ottenere risultati», commenta Germanà, sottolineando l’uscita dal coro di Valentina Zafarana, del Movimento 5 stelle. Unica tra i messinesi a non avere approvato il ddl. A Gucciardi, Rinaldi riconosce il merito di «avere ottenuto, in un mese e mezzo, la deroga per salvare il Piemonte. È questa – prosegue – la differenza tra un politico e un tecnico. Il difficile, in ogni caso, viene adesso, perché dovranno essere attivati dei servizi di qualità».

Ricordata pure la sinergia con i parlamentari nazionali Vincenzo Garofalo e Bruno Mancuso, del Nuovo centrodestra, strategici per i rapporti con la ministra della Sanità Beatrice Lorenzin. Risale allo scorso 5 ottobre il parere positivo del ministero. Nello stesso giorno, Renato Accorinti ha emesso l’ordinanza che impediva lo smantellamento del Piemonte: «È una vittoria – dice il sindaco – a vantaggio dei meno fortunati. Nascerà un polo d’eccellenza, si rafforzeranno presidi sanitari, si creerà necessariamente nuova occupazione». Per il segretario provinciale della Cisl Tonino Genovese «si avvia una fase interessante per la riabilitazione nel territorio». Tuttavia, da Genovese arriva anche un invito alla calma: «Mi pare di aver notato un eccesso di trionfalismo: non vorremmo che i costi di mantenimento del pronto soccorso penalizzino altre fette della sanità nella nostra provincia».

Fabio Bonasera

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