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Sicily Divide premiata all’oscar del cicloturismo. «Nel 2022 abbiamo avuto migliaia di partecipanti. Presto tante novità»

Migliaia di ciclisti coinvolti nel 2022, con una spesa media di 75 euro al giorno e una permanenza di cinque. Sono alcuni numeri di Sicily Divide l’avventura cicloturistica pensata da Giovanni Guarneri, palermitano, appassionato di ciclismo e tour operator specializzato nei viaggi in sella alle due ruote. Quattrocentotrentasette chilometri per unire Trapani a Catania, e viceversa, attraversando la parte più selvaggia e meno conosciuta dell’Isola. Un progetto ambizioso che ieri, nella giornata mondiale della bicicletta, ha ricevuto un riconoscimento prestigioso piazzandosi al secondo posto all’oscar del cicloturismo italiano di Cesena. I premi da otto anni vengono assegnati alle ciclovie che dimostrano di possedere criteri di eccellenza e il più alto punteggio secondo i vari parametri in esame, inclusi progettazione, costruzione, promozione, attrezzature, segnaletica, servizi green e altro. Davanti a Sicily Divide è finita soltanto la Toscana con la Ciclopedonale Puccini, la prima ciclovia musicata: tra Lucca e la Versilia.

«È la prima volta che la Sicilia riceve questo premio – racconta a MeridioNews Guarnieri mentre è in viaggio per Cesena – Sono stato contattato da un funzionario dell’assessorato al Turismo che, come ente, ha presentato la candidatura per Sicily Divide. L’assessorato sta finanziando anche una guida che andrà in tutte le librerie d’Italia, edita da Terre di Mezzo editore e con il titolo Sicily Divide la grande traversata dell’isola in bicicletta. L’obiettivo della Regione, e quello nostro, è la promozione del cicloturismo a livello diffuso ma soprattutto nelle aree interne che sono le destinazioni che più di tutte hanno bisogno di un turismo non invasivo e che lascia un forte indotto».

Il progetto, nato senza contributi pubblici, è partito quasi a costo zero con un investimento di appena mille euro e un indotto che nel 2022 ha superato i due milioni di euro. Il percorso sterrato viene affrontato a tappe, seguendo le tracce gps, con l’immancabile Divider’s pass. Un libretto con una parte riservata alle timbrature da effettuare in alcuni punti fisici individuati come checkpoint del percorso. «Abbiamo 25 strutture convenzionate e altre se ne aggiungeranno, oltre a bar e ristoranti. Per un totale di 42 attività». Ma chi sono coloro che decidono di affrontare questo viaggio? «Il 60 per cento arriva dal Centro-Nord dell’Italia. Il restante 40 per cento da America, Canada, Australia, Svezia, tantissimi dal Belgio e dalla Germania. Trovano un territorio che nei loro Paesi non esiste più con strade e campagne curate con i cipressi che delimitano i terreni. In zone come le nostre, come a Serradifalco o Monte d’Oro, ci sono campagne sterminate. Tutto questo ha un risvolto emotivo molto forte. Incontrano allevatori e contadini come da loro non esistono più. Trovano un’accoglienza sincera. Gli capita di fermarsi e chiedere un’informazione e finiscono a cena a casa del pastore o del contadino. Trovano il mare, a Trapani o a Catania, oltre al nostro straordinario cibo».

Il progetto di Sicily Divide però non si fermerà qui e a breve arriveranno altre novità, come lo stesso ideatore spiega al nostro giornale. «La traccia è stata fatta solo per mountainbike e bici gravel ma da metà giugno partirà quella per bici da corsa che sarà percorribile anche qualsiasi altro mezzo a due ruote. Lo stiamo facendo anche per ovviare al maltempo. Le caratteristiche: cento per cento asfalto e un dislivello complessivo inferiore rispetto a quella off-road. Si percorrono gli stessi luoghi e si vedono le stesse bellezze. Non ti perdi niente ma c’è solo meno fango. Un’altra novità riguarderà un grande raduno che organizzeremo il prossimo anno. Lo scorso, il 28 aprile, abbiamo fatto una sorta di briefing a numero chiuso in 25».

Dario De Luca

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