Alcuni consiglieri dell’ordine dei medici di Catania, che si sono dimessi lo scorso luglio in rottura con il presidente Massimo Buscema, hanno presentato ricorso al Tar contro il ministero della Salute. Emanuele Cosentino, Rosalia Lo Gerfo, Alfio Pennisi e Antonino Rizzo – tramite i loro legali Dario Riccioli, Attilio Luigi Maria Toscano e Rocco Mauro Todero – chiedono che la ministra della Salute, Giulia Grillo, si pronunci sulla necessità di sciogliere tutti gli organi che compongono il Consiglio dell’ordine dei medici di Catania.
Il presidente dell’ordine Massimo Buscema, era stato denunciato lo scorso 6 giugno per l’aggressione da un professionista cataneseal termine di uno scontro fisico avvenuto in largo Sarajevo, e su cui pende una richiesta di rinvio a giudizio per calunnia ai danni dei dirigenti Asp Ida Grossi e Franco Luca.
Lo scorso 1 agosto, i componenti del consiglio avevano chiesto che la ministra valutasse la condotta del presidente e si esprimesse sulla necessità di salvaguardare l’interesse pubblico alla buona amministrazione dell’ordine. Da allora stanno ancora aspettando. Adesso, i consiglieri dimissionari ritengono che, alla luce dei fatti che hanno caratterizzato in negativo negli ultimi mesi l’immagine dell’ordine dei medici, le elezioni suppletive proposte da Buscema per il 21, 22 e 23 settembre per riempire le undici posizioni rimaste vuote non siano «idonee a risanare il grave pregiudizio» e che solo l’intervento della ministra possa ripristinare, tramite il commissariamento, il regolare esercizio delle funzioni pubbliche assegnate all’organo di rappresentanza dei medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia etnea.
Sul ritorno al voto, secondo i legali che assistono i consiglieri dimissionari, le norme prevedono che le elezioni suppletive debbano svolgersi a 15 giorni dal momento in cui l’organismo direttivo si ritrova con un numero di componenti inferiore alla metà, in questo caso otto. Un termine già abbondantemente scaduto. La posizione di Buscema, però, è molto diversa.
Il presidente del Consiglio direttivo, infatti, è dell’opinione che le elezioni debbano essere convocate – e non celebrate – entro 15 giorni. E così Buscema avrebbe fatto. «Ho convocato le urne a fine settembre – aveva già spiegato a MeridioNews – in quanto la federazione nazionale mi ha avvertito che non avrebbe avuto senso votare in piena estate. Mi ero già presentato dimissionario alla seduta del 23 luglio (poi andata deserta, ndr). Non voglio lasciare gli organismi professionali al commissariamento. Ripristinato il plenum del Consiglio – aveva rivelato – mi dimetterò subito».
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