Restituire alla città un sito di interesse artistico-culturale e saldare rapporti più stretti con le confraternita che del monumento è gestore. Per fare conoscere quel che questi gruppi religiosi realizzano sul piano sociale nel quartiere. Questo il segno che contraddistingue la riapertura al pubblico dell’oratorio di Sant’Onofrio, a Palermo, promossa dall’associazione La carovana degli artisti, nell’ambito del progetto Zyz-Palermo Splendente. Un percorso che in due mesi ha promosso visite guidate in altre due chiese del capoluogo: Maria Santissima degli Agonizzanti e San Matteo. Adesso è la volta di Sant’Onofrio pilusu, il santo a cui le donne si raccomandavano per trovare marito, e all’oratorio cinquecentesco a lui dedicato nell’omonima piazza alle spalle dell’area Quaroni.
«Non si tratta di una vera e propria riapertura perché la chiesa è già aperta e di proprietà dalla compagnia di sant’Onofrio Re Eremita – racconta a MeridioNews Gianluca Pipitò, vicepresidente dell’associazione La carovana degli artisti -. Noi abbiamo chiuso un accordo per la restituzione al pubblico dell’oratorio. La confraternite ci danno la disponibilità per realizzare visite guidate ed eventi culturali, mentre noi le coinvolgiamo e le sosteniamo nelle attività sociali sul territorio. Sono una risorsa storica e culturale ma anche attiva».
Oggi, a partire dalle 10.30, l’oratorio sarà aperto al pubblico con diversi eventi, dai tour ai momenti di reading, fino a pomeriggio inoltrato. Si inaugurerà anche una mostra fotografica di Andrea Ardizzone. Le visite guidate continueranno poi nel futuro su prenotazione, fino al raggiungimento di un minimo di partecipanti e saranno sempre orientativamente programmate nei fine settimana. L’attività viene svolta da otto volontari, mentre è in corso l’iter per ottenere riconoscimenti e patrocini. L’associazione La carovana degli artisti è nata a Siracusa nel 2013, ma opera in tutta l’isola perché ha tra le sue principali caratteristiche quella di essere itinerante. «Dove c’è la possibilità di lavorare, noi creiamo reti – aggiungeo Pipitò -. Vogliamo far conoscere e valorizzare il nostro patrimonio folkloristico».
«Pensiamo ad esempio al periodo pasquale e alle innumerevoli processioni della Settimana Santa presenti in città, ma poco conosciute e reclamizzate. Ecco, noi puntiamo ad agire anche su questo terreno, facendo conoscere tutte le attività che le confraternite svolgono. Un’opportunità per creare anche lavoro». Che adesso arriva anche all’oratoro Sant’Onofrio. All’interno, tra le opere conservate, c’è nell’altare maggiore un grande quadro raffigurante il santo anacoreta opera di Giuseppe Salerno, detto lo Zoppo di Gangi, e una statua lignea risalente al 1603 scolpita da un artista non vedente detto il cieco di Palermo.
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