LA LINEA IMPRESSA AL PARTITO DAL GIOVANE SEGRETARIO REGIONALE, FAUSTO RACITI, TIENE. DALLA CAPITALE AVREBBERO FATTO SAPERE CHE LA ROTTURA DEL PD SICILIANO NON SAREBBE GRADITA. RISULTATO: IL GOVERNATORE E IL SENATORE ADESSO GIOCANO IN DIFESA
Se fino a qualche giorno fa il governatore Rosario Crocetta e il senatore Giuseppe Lumia si sentivano i padroni della Sicilia, da ieri lo scenario sembra cambiato. Che è successo? E cos’è che li rende meno baldanzosi?
A quanto pare, da Roma, non arrivano messaggi incoraggianti. Dalla Capitale – il messaggio sarebbe questo – non vedrebbero bene una spaccatura del Partito in Sicilia. Detto in parole ancora più chiare, la linea politica impressa dal giovane segretario Fausto Raciti, starebbe reggendo all’urto delle ‘falangi’ di Crocetta e Lumia.
Per il presidente e, soprattutto, per il senatore, il messaggio è ‘ferale’. Non è detto, infatti, che, questa volta, Lumia riesca ad ottenere la terza deroga per candidarsi alle elezioni europee. Almeno in Sicilia, questa volta, non avrebbe spazio.
Visto dalla parte di Crocetta e Lumia, anche Davide Faraone, il leader dei renziani siciliani, sembra meno ‘malleabile’ di quanto governatore e senatore pensavano. La loro sensazione, per dirla con una battuta colorita – facendo riferimento alla formula giornalistica del ‘Patto dei ricci’ – è che Faraone si sia mangiato le uova dei ricci lasciando a Crocetta e a Lumia le spine.
Oggi, con l’informazione on line, le notizie non hanno bisogno del giorno dopo per essere smentite. Così, se ieri mattina il rimpasto della Giunta regionale – con il varo del Governo Crocetta bis – era “cosa fatta”, già ieri sera le bandiere dell’ottimismo venivano precipitosamente ammainate. E chi dava il rimpasto della Giunta fatta è stato costretto a riaccendere ‘l’impastatrice’.
L’idea di Crocetta e Lumia, di nominare quattro assessori targati PD a proprio uso e consumo, sarebbe stata messa da parte. Avrebbe solo aumentato le tensioni isolando ancora di più governatore e senatore.
Il Partito Democratico non ha rotto con Crocetta. Ma ha mandato a dire, chiaro e tondo, che i quattro assessori del PD li sceglierà il PD. Tutt’e quattro.
Insomma: se fino a qualche giorno fa il PD, bonariamente, poteva anche valutare di tenere in Giunta la bella Nelli Scilabra, pur sapendo che risponde a Lumia e non al Partito, oggi anche l’assessore Scilabra sembra in probabile uscita dal Governo. Per non parlare di Angelo Villari, la cui candidatura, all’interno del Partito Democratico siciliano, viene vissuta come l’ennesima provocazione di Crocetta e Lumia. Questo perché tutti sanno che Villari è vicino al presidente e al senatore e non all’area Cuperlo.
Anche la già citata quanto improbabile candidatura di Lumia alle elezioni europee, naturalmente nel collegio Sicilia-Sardegna, presenta una caratterizzazione politica molto diversa da quella raccontata da Crocetta e dallo stesso Lumia. Quest’ultimo, un po’ comicamente, va dicendo in giro che a volerlo in lista è la base del Partito. Una menzogna allo stato puro.
La base del PD siciliano, alle elezioni primarie che hanno preceduto le elezioni politiche, avrebbe ‘bastonato’ senza pietà Lumia, non avendogli mai perdonato i quattro anni con il disastroso Governo di Raffaele Lombardo che lui e Antonello Cracolici hanno imposto al Partito. Proprio per non farsi ‘bastonare’ dalla base del PD, Lumia è ‘fuggito’ dalla primarie e si è candidato nel Megafono, inguaiando e forse compromettendo per sempre con la sua ingombrante presenza un Movimento che andava radicandosi.
Di fatto, l’eventuale candidatura di Lumia in Sicilia, al contrario di quello che va dicendo Crocetta, sarebbe debole e indebolirebbe il Partito. Perché tanti elettori del PD siciliano che votano con il cuore – e la fortuna di questo Partito è che sono ancora tanti – nel vedere Lumia in lista, opterebbero senza pensarci un istante per la “Lista per Tsispras”.
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