«Giorno 15. A bordo viviamo un’agonia insopportabile». È l’inizio di un tweet che l’ong Proactiva Open Arms ha pubblicato questa mattina. La nave con a bordo 134 persone è ancora ferma davanti Lampedusa in attesa di potere sbarcare, un’ipotesi quest’ultima a cui si è giunti dopo che il Tar del Lazio, giudicando la particolare situazione di estrema gravità, ha sospeso il decreto Sicurezza bis.
Tuttavia la volontà del ministro Matteo Salvini è quello di continuare il braccio di ferro, imponendo il divieto allo sbarco. Uno stallo che, ora dopo ora, aggrava le condizioni igienico-sanitarie a bordo. «Sei evacuazioni di emergenza in queste due settimane di calvario – scrive l’ong -. Terra in vista e nessuna soluzione. I diritti di 134 persone vengono violati ogni minuto che passa. Se la politica europea non è in grado di stabilire limiti, cosa ci resta?».
La notte scorsa altre quattro persone, tra le quali un accompagnatore, sono state fatte scendere dalla nave per ragioni mediche. Sono stati portati in ospedale. Uno di loro in un primo momento era stato trasferito al pronto soccorso per un timpano perforato. Un altro migrante, invece, ha ferite da arma da fuoco, mentre il terzo una cisti che deve essere asportata.
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