«Mi pare chiaro che il caso sia ormai politico, però io sto qui a lavorare come medico e non posso che attenermi ai dati sanitari. E quelli dicono che le condizioni di salute non erano gravi come si è voluto fare credere». La voce al telefono è quella di Francesco Cascio, il direttore del poliambulatorio di Lampedusa in cui nei giorni scorsi sono arrivati i 14 migranti sbarcati d’urgenza dalla nave Open Arms.
Cascio, da pochi giorni in ferie, ha seguito a distanza gli esami sanitari effettuati dai colleghi. «Di loro mi fido, ma poi non scherziamo, stiamo parlando di assunzioni di responsabilità anche penali. I referti sono chiari e dicono che a eccezione di un caso di otite, che un qualsiasi otorino avrebbe potuto curare, tutte le persone stavano bene», dichiara a MeridioNews. Le parole di Cascio, che oltre a essere medico ha alle spalle una lunga carriera politica all’Ars con il centrodestra e che nei mesi scorsi è stato coinvolto con l’accusa di favoreggiamento nell’indagine sulla loggia massonica dell’ex deputato Giovanni Lo Sciuto, hanno destato scalpore perché sono arrivate poco dopo le relazioni del Cisom, il personale medico dell’Ordine di Malta che lavora a fianco della guardia costiera. «Le persone sono state mandate da noi con diagnosi di scabbia, ma sui pazienti non c’era traccia della malattia», ribatte Cascio.
E mentre dal Cisom si preferisce non commentare le dichiarazioni che arrivano dal medico di stanza a Lampedusa, a volerci vedere chiaro in queste ore è la procura di Agrigento, che ha dato mandato alla polizia giudiziaria di ascoltare Cascio e al contempo ha chiesto nuovi esami medici sulla nave dell’ong spangola. A bordo, infatti, restano 134 migranti. Dopo il pronunciamento del Tar del Lazio che ha sospeso il decreto Sicurezza bis lo stallo sembrava destinato a sbloccarsi, ma la volontà del ministro Matteo Salvini è quella di tirare dritto. Annunciando ricorso al Consiglio di Stato e riconfermando il divieto allo sbarco.
Proprio questa mattina il capo del Viminale ha rilanciato un tweet dell’ong sulle condizioni ormai insostenibili a bordo della Open Arms, dove ci sono solo due i bagni a disposizione. «In 16 giorni sareste già tranquillamente arrivati a casa vostra in Spagna. Quella delle Ong è una battaglia politica, non certo umanitaria, giocata sulla pelle degli immigrati», ha scritto il ministro degli Interni.
Dal canto suo Cascio sostiene che gli estremi per lo sbarco ci sarebbero tutti: «Le condizioni igienico-sanitarie saranno sicuramente disastrose e anche quelle psicologiche non vanno sottovalutate – commenta -. Probabilmente fossi stato io bloccato su una nave 15 giorni mi sarei già gettato in mare. Ciò non toglie però che l’emergenza sanitaria dichiarata nei referti che ci sono pervenuti non ha trovato riscontro nei nostri esami». Più prudente il giudizio politico: «Io ormai faccio il medico. Ma è chiaro che si sta facendo politica sulla pelle delle persone. Nuova alleanza di Forza Italia con Salvini? Non ho ben capito se questo governo sia finito», conclude Cascio.
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