Omicidio di Mariella Cimò: Di Grazia resta in carcere

Il Tribunale del Riesame di Catania ha deciso: l’imputato Salvatore Di Grazia resta in carcere. E’ stata, infatti, respinta l’istanza di scarcerazione o, in subordine, degli arresti domiciliari, presentata dall’avvocato Giuseppe Rapisarda, di scarcerazione in quanto il suo assistito supera i 75 anni di età.

Il Tribunale del Riesame, presieduto dal pm Maria Grazia Vagliasindi, ha depositato il provvedimento dopo l’udienza che si è svolta lo scorso 17 dicembre, confermando l’ordinanza di custodia cautelare (inquinamento delle prove e reiterazione del reato) per i crimini a lui contestati: omicidio e soppressione di cadavere con l’aggravante del legame familiare e della crudeltà.

Secondo l’accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Angelo Busacca, l’omicidio sarebbe avvenuto nella villa di San Gregorio, a causa di una lite scoppiata in merito alla chiusura dell’autolavaggio di Aci Sant’Antonio di proprietà della moglie, Mariella Cimò.

Inoltre l’imputato non avrebbe collaborato alla ricerca della moglie, poiché subito dopo la sua scomparsa avrebbe messo in atto una serie di comportamenti anomali atti a sviare le indagini: l’acquisto di schede telefoniche da parte di terze persone, eccessivo zelo nella pulizia della casa e la distruzione delle cuccie dei cani all’indomani della scomparsa della moglie.

Inoltre l’uomo avrebbe indotto i possibili testimoni a mentire, suggerendo le risposte che questi dovevano dare ai carabinieri in qualità di persone informate sui fatti, modificando gli eventi di quel maledetto giorno.

A contestare questa versione è la tesi della difesa, secondo la quale non esisterebbero prove scientifiche che supporterebbero la colpevolezza del Di Grazia, se non solo una serie di contraddizioni e omissioni che non avrebbero nessun collegamento con l’omicidio.

La scomparsa di Mariella Cimò resta un giallo che non fuga i troppi dubbi e i molti punti interrogativi. Basti pensare che, dopo 14 mesi di indagini, anche piuttosto sofisticate, non esiste ancora una prova schiacciante contro Salvatore Di Grazia.

Gli inquirenti, come già accennato, hanno usato ogni strumento, anche sofisticato, per ritrovare il corpo dell’anziana donna. Ma, nonostante le ricerche, non è stato trovato nulla.

Sono intervenuti anche gli specialisti del Ris, il Reparto investigativo speciale dei Carabinieri, che hanno perlustrato ogni angolo del giardino della villa utilizzando anche il georadar. Ebbene, nonostante le incessanti ricerche, tutto è risultato inutile: il cadavere della donna non si trova.

Di fatto, sono le contraddizioni di Di Grazia a far concentrare i sospetti tutti su di lui. In primo luogo, il fatto, non secondario a dir la verità, che il marito ha denunciato la scomparsa della donna solo 11 giorni dopo.

Il 76enne è accusato di omicidio ed occultamento di cadavere. Salvatore Di Grazia, dal canto suo, dal carcere dove si trova recluso continua a dichiararsi innocente.

 

Redazione

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