Trent’anni di carcere. Questa la condanna comminata dai giudici della corte di Cassazione nei confronti di Benedetto La Motta per l’omicidio di Dario Chiappone, avvenuto a Riposto, in provincia di Catania, il 31 ottobre 2016. La notizia è stata diffusa dal quotidiano online Catania Today. La Motta, coinvolto nel 2020 nell’operazione antimafia Iddu con l’accusa di essere il reggente della famiglia di Cosa nostra dei Santapaola nel territorio ionico, era accusato di essere il mandante del delitto. La vittima, all’epoca 27enne, venne uccisa con 16 coltellate alla gola e al torace. Per il delitto sono già stati condannati Agatino Tuccio, all’ergastolo, e Salvatore Di Mauro a 23 anni di reclusione, in qualità di esecutori materiali.
È pendente, davanti la corte d’assise di Catania, il processo a Paolo Censabella e Antonino Marano. Quest’ultimo, assieme a Antonino Faro e al rivale Vincenzo Andraus, è considerato uno dei killer delle carceri e sarebbe tornato a uccidere dopo 49 anni trascorsi dietro le sbarre. Secondo l’accusa, sostenuta dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dal sostituto Santo Di Stefano, sarebbe stato La Motta a «ordinare, per volontà di Censabella, a Tuccio, Di Mauro e al 75enne Marano di eseguire l’omicidio di Chiappone». Il movente, secondo la procura, sarebbe passionale ed economico, collegato al rapporto che la vittima aveva con Alessandra Rapisarda, ex compagna di Censabella.
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