Antimafia ballerina! Il caso dei cento ragazzini che avrebbero disertato la manifestazione organizzata domenica dal Teatro Massimo Bellini perché contro Cosa Nostra, continua a far discutere. Già il giorno della kermesse i contorni del fatto, gravissimo e inquietante, apparivano sfumati: non si trovava, infatti, nessun dato concreto, una testimonianza diretta dei ragazzi o dei loro insegnanti, a supportare la tesi esposta in un comunicato ufficiale dell’Ente. Lontano ormai dalla ribalta nazionale, i protagonisti della vicenda “confrontano” le loro versioni su “La Sicilia”.
A sollevare la questione è stato Vittorio Romano che oggi sul quotidiano cittadino dà voce a tutta l’indignazione della titolare di “Danza Mente” (scuola di piazza Palestro i cui alunni non si sarebbero presentati per “motivi di mafia”): «Vuole sapere la verità? – sbotta Elisa Laviano – Si tratta a mio giudizio di una montatura. La mia scuola di ballo ha partecipato con circa 30 ragazzi: si vedono pure nei filmati di Antenna Sicilia e Telecolor (le tv locali dello stesso gruppo de La Sicilia, ndr). Solo in pochi non sono venuti ma perché i genitori temevano gli effetti dell’attività fisica prolungata in un pomeriggio di caldo afoso. Chi afferma che l’assenza è dovuta al messaggio antimafioso dell’evento è in malafede». L’altra scuola a ranghi ridotti (almeno cinquanta gli assenti ingiustificati, secondo il Sovrintendente del Teatro Massimo, Antonio Fiumefreddo) si trova nel quartiere di Librino. Ecco la versione del suo direttore, Piero Ferlito: «Io e i ragazzi eravamo in piazza, mancavano solo 2 allievi uno di Adrano e uno di Biancavilla. Il padre del primo mi ha telefonato alle 13,30 chiedendo se era vero quello che diceva il tg nazionale e cioè che la manifestazione potesse saltare per la defezione di cento ragazzi». Un cortocircuito mediatico che avrebbe spinto il genitore (e quello dell’amichetto di Biancavilla) a rinunciare, convinto della probabile cancellazione dell’evento.
Dunque, una tempesta in un bicchiere d’acqua?
Fiumefreddo non ci sta e replica: «Capisco il disagio dei titolari delle scuole e capisco di paura dei genitori di mandare i propri figli alla manifestazione. Quando sabato scorso abbiamo saputo di questa scelta abbiamo fatto una riunione molto tormentata. Avremmo voluto non rendere di dominio pubblico la decisione di queste famiglie, ma per non rischiare di essere omertosi abbiamo scelto di dare la notizia. Incontreremo questi 100 ragazzi e le loro famiglie la paura va vinta non criminalizzata».
Al messaggio lanciato dal sovrintendente, la Laviano risponde che, se vuole, è disposta a portargli tutti i genitori e gli allievi, ma nessuno mai parlerà di paura della mafia o di ritorsioni «non per nascondere la verità ma perché al contrario si vuole renderle onore».
Stamani il sovrintendente controreplica: «Chiediamo scusa ai soliti noti, pochi ma potenti, se ci siamo permessi di disturbare; ci rammarichiamo per la gioia di quei 2.000 ragazzi, per l’entusiasmo di tante famiglie, prendiamo atto di talune singolari ricostruzioni fedeli alla migliore tradizione del paradosso pirandelliano».
Fiumefreddo non risparmia una amara ironia finale: «Prendiamo atto anche del fatto che chi ha impedito ai figli di partecipare l’ha fatto non per paura ma per evitare loro un colpo di sole in un caldissimo pomeriggio. La prossima volta staremo attenti a cercare un luogo all’ombra. Ma forse non occorrerà nemmeno – prosegue – poichè non ci eravamo accorti che il crimine è stato frattanto sconfitto. Evviva, la mafia non esiste!».
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